Gli astronomi dell’Ucla Galactic Center Orbits Initiative e del Keck Observatory hanno rilasciato ieri le immagini dell’evoluzione di una nube di gas e polvere in rotta verso Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio della Via Lattea: si chiama X7 e la sua traiettoria viene monitorata dal 2002. I risultati dello studio, coordinato dalla ricercatrice italiana Anna Ciurio, sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal.

«Questa è un’occasione unica per osservare gli effetti delle forze mareali di un buco nero ad alta risoluzione», ha dichiarato Ciurio. Le forze mareali sono l’espressione dell’enorme attrazione gravitazionale che esercita Sagittarius A* su X7, che si fa sempre più intensa man mano che la nube si avvicina al buco nero. Il lato di X7 più vicino a Sagittarius A* viene attratto in maniera molto più forte rispetto a quello opposto, il che porta la nube ad allungarsi come un elastico: attualmente, X7 ha raggiunto una lunghezza pari a tremila volte la distanza tra la Terra e il Sole.

Quando le forze mareali diventeranno troppo intense la nube verrà fatta a pezzi, come un elastico che si spezza quando viene tirato eccessivamente. Si prevede che questo avverrà «prima che la nube completi la prima orbita attorno al buco nero», spiega Mark Morris, uno degli autori della ricerca. X7 raggiungerà il suo punto di massimo avvicinamento a Sagittarius A* nel 2036, quando si dissiperà completamente e il gas e la polvere che la costituiscono verranno risucchiati dal buco nero.

Oltre alle immagini spettacolari, i dati sull’evoluzione della nube si riveleranno preziosi per il futuro: secondo il ricercatore Randy Campbell, gli astronomi avranno il privilegio di «poter studiare l’ambiente estremo che si trova al centro della nostra galassia».

Immagine in evidenza: illustrazione artistica di una stella che si avvicina a un buco nero supermassiccio. Crediti: Eso, Esa/Hubble, M. Kornmesser

 

L’evoluzione della nube X7 dal 2002 al 2021. Crediti: A. Ciurlo et al./UCLA GCOI/W. M. Keck Observatory