Quando osserviamo la luce di un gruppo di galassie, possiamo notare che lo spazio che le separa è caratterizzato da un bagliore, gli astronomi lo chiamano “luce intra-gruppo” (Igl).

Di cosa si tratta? Che tipo di stelle lo abitano?

Un gruppo di astronomi dell’Università del Nuovo Galles del Sud (Unsw) in Australia, è riuscito a trovare una risposta, nonostante la parte più luminosa della luce intra-gruppo sia 50 volte più debole del cielo notturno più scuro visto dalla Terra, e quindi molto difficile da rilevare anche con i più grandi telescopi terrestri o spaziali.

La nuova tecnica di osservazione, applicata al gruppo di galassie 400138, ha permesso di rilevare la natura del bagliore e raccontare la storia delle stelle che lo popolano; i risultati sono pubblicati sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society (Mnras).

«Abbiamo analizzato le proprietà delle stelle intra-gruppo, cioè le stelle vaganti tra i gruppi di galassie. – ha spiegato Cristina Martinez-Lombilla, autrice principale dello studio – Dopo aver esaminato l’età e l’abbondanza degli elementi che le compongono, abbiamo confrontato quelle caratteristiche con le stelle ancora appartenenti ai gruppi di galassie».

Gli astronomi hanno scoperto che la luce intra-gruppo è più giovane e meno ricca di metalli rispetto alle galassie circostanti e che le stelle al suo interno hanno un’origine diversa da ciò che le circonda. Gli elementi di queste stelle, infatti, appaiono simili alla ‘coda’ di una galassia più lontana ed esterna al gruppo.

«Pensiamo che queste singole stelle siano state strappate dalle loro galassie madri e ora fluttuano liberamente, seguendo la gravità del gruppo – ha detto Martínez-Lombilla – Questa separazione, chiamata ‘tidal stripping’, è causata dal passaggio di galassie satelliti massicce, simili alla Via Lattea, che trascinano le stelle nella loro scia».

Lo studio della luce intra-gruppo fornisce, dunque, notizie sulle interazioni che un gruppo di galassie ha subìto nel tempo. Le galassie osservate del gruppo 400138 sono così lontane che gli eventi analizzati sono avvenuti 2,5 miliardi di anni fa; un nuovo spunto per studiare l’evoluzione di eventi cosmici a lenta combustione.

Questo nuovo metodo di osservazione, che implica la rimozione di tutta la luce tranne quella proveniente dalla luce intra-gruppo, vuole essere un progetto pilota per catalogare un vasto campione di galassie e ottenere statistiche sulla formazione ed evoluzione di questi sistemi molto comuni di gruppi.

«Abbiamo sviluppato un metodo che ci consente di analizzare le strutture più deboli nell’Universo. Ciò che lo caratterizza è l’utilizzo di un linguaggio di programmazione, “Python”, che si può applicare a differenti set di dati provenienti da diversi telescopi e non solo su queste immagini» ha precisato Martinez-Lombilla.

 

Immagine in apertura: La ‘luce intra-gruppo’ ‘tra i gruppi di galassie – Crediti: Martínez-Lombilla et al./UNSW Sydney