Il sistema asteroidale di Didymos, che ospita l’asteroide Dimorphos colpito nel primo test di difesa planetaria, è stato rilevato tramite le osservazioni Across di Esa durante un’occultazione stellare.
Esattamente un mese fa, nella notte tra il 26 e il 27 settembre, andava in scena il grande successo di Dart: la sonda Nasa ha impattato l’asteroide Dimorphos sotto gli occhi del nanosatellite LiciaCube di Asi, con il fine di testare per la prima volta la strategia dell’impattore cinetico. Questa tecnica prevede la modifica del’orbita di un corpo celeste tramite la collisione intenzionale di una sonda.
Dimorphos è stato scelto come bersaglio di questa dimostrazione in quanto corpo che orbita intorno all’asteroide Didymos; condizione che lo ha reso il candidato ideale su cui verificare l’efficacia della strategia dell’impattore cinetico; a seguito dell’impatto di Dart, per Nasa è risultato più facile misurare eventuali modifiche dell’orbita di Dimorphos attorno a Didymos, rispetto a un asteroide indipendente con un’orbita solare.
L’agenzia ha ufficializzato lo scorso 11 ottobre che le osservazioni da Terra hanno confermato un accorciamento di circa 32 minuti del periodo orbitale di Dimorphos.
Tuttavia, anche se la sonda Nasa ha colpito solo il più piccolo dei due corpi nel sistema di Didymos, il suo impatto potrebbe aver spostare anche l’orbita intorno al Sole del corpo più grande. L’osservazione di ripetute occultazioni stellari nei prossimi anni aiuterà gli astronomi a determinare proprio quanto Dart abbia eventualmente alterato la traiettoria del sistema asteroidale nel suo complesso.
Per comprenderlo, gli scienziati stanno monitorando da settimane il sistema Didymos nel tentativo di osservarlo durante un’occultazione stellare, ossia mentre passava davanti a stelle lontane.
Fornendoci una visuale inedita della loro morfologia e una traccia della loro traiettoria, queste osservazioni potrebbero aiutare gli scienziati a determinare la forma e la posizione precisa dell’asteroide binario.
«L’astrometria basata sull’osservazione delle ‘occultazioni stellari’ è stata inizialmente sfruttata per gli asteroidi della fascia principale tra Marte e Giove, poi per i lontani oggetti trans-nettuniani, ma Across sta estendendo il suo sfruttamento sistematico anche agli asteroidi near-Earth (Nea) – ha dichiarato in un comunicato Paolo Tanga, capo progetto di Across e astronomo presso l’Observatoire de la Côte d’Azur in Francia – Questa è la sfida: perché i Nea si muovono velocemente e sono piccoli, producendo così eventi più brevi e ombre molto più strette proiettate al suolo».
Il progetto Across di Esa ha, quindi, dispiegato diverse reti di osservatori per seguire in cielo il percorso dell’ombra dell’asteroide, riuscendo così a scorgere la luce di una stella di sfondo che sfarfallava mentre passava davanti il sistema Didymos.
La prima occultazione stellare causata da Didymos è stata rilevata il 15 ottobre da un gruppo di sei telescopi situati nel nord dell’Oklahoma. Uno dei telescopi ha individuato l’appannamento di una stella della durata di circa 0,13 secondi, leggermente inferiore alla durata massima prevista per un evento del genere.
A questa osservazione è seguita la rilevazione di una seconda occultazione stellare il 18 ottobre, quando un telescopio portatile da 28 pollici dell’Instituto de Astrofisica de Andalucia-CSIC, vicino a Granada, ha registrato un’occultazione che concordava con le previsioni.
Immagine in evidenza: Illustratione di un asteroide che causa un’eclissi stellare. Crediti: Eso/Nasa images