Salutare Piero Angela nel giorno della sua scomparsa pone una prima questione: ricordarlo senza retorica.

Nella sede dell’Agenzia Spaziale Italiana, Piero Angela, il “Maestro” della divulgazione e comunicazione scientifica, è entrato diverse volte.

Erano i primi anni, a pochi dall’istituzione di un’agenzia nazionale dello spazio, quando le attività di comunicazione della scienza cominciavano a contaminare chi si adoperava nel settore delle relazioni esterne e/o della comunicazione. Altre opportunità si sono materializzate per l’ASI quando alla presidenza del nostro ente fu nominato Giovanni Fabrizio Bignami, detto Nanni.

Di lui, in occasione della manifestazione “L’Universo in un tweet”, Piero Angela diceva: «Tutti abbiamo la stessa faccia, parliamo la stessa lingua… ma alcuni hanno qualcosa in più. E Bignami ce l’aveva».

Tra istrionici si capivano e tanto.

Piero Angela riconosceva a pochi la capacità di comunicare e spiegare la scienza. Lui che ha intravisto la grande fame di conoscenza del grande pubblico in tempi non sospetti, resterà l’icona per tutti coloro che vorranno cimentarsi in questa difficile carriera, seguendo i suoi metodi: rigore, serietà e leggerezza.

La sua più grande lezione resta in una amalgama di rigore e umiltà: «Quando un lettore (o ancor più un telespettatore) non capisce, la colpa non è sua: ma di chi non ha saputo comunicare. Cioè dell’autore. È stato lui a cacciarlo via. […] quando sono in moviola, se ho dei dubbi sulla chiarezza di un passaggio o di una sequenza, chiamo il primo che passa nel corridoio (un montatore, una segretaria, un passafilm), mostro la sequenza e chiedo il loro parere. Se vedo un’ombra di dubbio nei loro occhi, rismonto e ricomincio da capo. Perché vuol dire che avevo sbagliato io.»

La sua lunga carriera, da cronista prima e divulgatore poi fino alla fine dei suoi giorni, resta un esempio difficilmente superabile. Ciao Maestro.

Credito:Wikipedia.