Puntano verso la Via Lattea, forse provengono da un’altra galassia. Sono le stelle scovate da un team di astronomi della olandese Leiden University con i dati di Gaia, la missione dell’Esa a cui contribuiscono l’Asi e l’Inaf.

Seguendo le tracce delle stelle iper veloci che schizzano via dal centro galattico, gli studiosi si sono imbattuti a sorpresa in queste particolari stelle che sfrecciano in senso opposto, dirette verso il centro della galassia.

10 mesi dal tuffo nella Via Lattea, Gaia, il satellite che effettuerà il più grande censimento stellare mai realizzato, continua a dare soddisfazioni. In aprile ha già prodotto un atlante di quasi due miliardi di stelle e i numerosi dati forniti sono una premessa per nuovi sorprendenti studi.

Le stelle della Via Lattea tendono ad addensarsi in una zona centrale nel cui cuore risiede un buco nero super massiccio. Si ritiene che le stelle iper veloci del tipo di quelle studiate dal team di astronomi si siano generate nel centro galattico, ma siano state poi sbalzate verso i confini della galassia nell’interazione con il buco nero centrale.

“Fra sette milioni di stelle misurate da Gaia ne abbiamo individuate venti con una velocità così elevata che potrebbero sbalzare fuori” spiega Elena Maria Rossi, del team di ricercatori. Ma poi, la sorpresa; “Invece di sfrecciare verso l’esterno, gran parte delle stelle che abbiamo individuato sembrano dirigersi verso il centro della Via Lattea.

Potrebbero provenire da un’altra galassia” dice Tommaso Marchetti, un autore dello studio. Le stelle “in controtendenza” potrebbero provenire dalla Nube di Magellano o da più lontano e ci potrebbero dare informazioni sulle altre galassie o altri buchi neri super massicci.

In alternativa, potrebbe trattarsi di stelle un tempo parte di un sistema binario, schizzate verso la via Lattea dopo l’esplosione della loro compagna come supernova, oppure di stelle residenti ai margini della nostra galassia e poi spinte verso il centro in seguito ad altre dinamiche.

 

“I colori delle stelle ci chiariranno la loro natura” conclude Marchetti.