Volo inaugurale da manuale per Vega-C. Il vettore europeo di progettazione e realizzazione italiana è partito il 13 luglio alle ore 15:13 italiane dallo spazioporto ESA di Kourou, in Guyana Francese. A bordo il satellite per studi geodetici dell’Agenzia Spaziale Italiana Lares2 e 6 cubesat tra cui Astrobio e Greencube, realizzati per l’Asi da Inaf e Università Sapienza di Roma. L’Asi è il principale contributore in ambito Esa per lo sviluppo del lanciatore Vega realizzato da Avio negli stabilimenti italiani di Colleferro.
«Con il successo del lancio inaugurale di Vega-C – ha dichiarato il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia – l’Europa si dota del primo di una nuova generazione di lanciatori più performanti e flessibili per meglio rispondere alle esigenze del mercato commerciale ed istituzionale per satelliti, sempre più sfidante a livello internazionale. Allo stesso tempo l’Italia, alla guida di una filiera europea in ambito Esa nel programma Vega, vede oggi ancora più rafforzato il proprio posizionamento nel settore del trasporto spaziale, grazie soprattutto alla propria industria guidata dal primo contraente di Vega-C, Avio. Per Asi e per l’Italia, infine, oggi è un doppio successo, avendo messo in orbita il satellite Lares2, fortemente atteso dalla comunità scientifica della fisica fondamentale, un altro settore di eccellenza del nostro Paese».
Vega-C aumenta le prestazioni e la competitività del suo predecessore Vega con un primo (P120C, in comune con Ariane 6), un secondo (Zefiro 40) e un quarto stadio potenziati (Avum+). Il lanciatore ha anche una maggiore capacità di carico che passa da 1,5 a circa 2,2 tonnellate in orbita polare. Lo stadio superiore Avum+ ha una maggiore capacità di propellente liquido, in grado di immettere in orbita nella stessa missione più carichi utili su diverse orbite a seconda delle necessità del mercato e per consentire tempi operativi più lunghi nello spazio e missioni più estese.
Il carico utile principale, Lares2, è un satellite scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, realizzato dall’Infn su progetto dei ricercatori del Centro Fermi e dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma e per il quale la ditta Ohb Italia ha realizzato il sistema di rilascio. Lo scopo della missione è misurare con accuratezza ancor maggiore il cosiddetto effetto di Frame-Dragging, una distorsione dello spazio-tempo causata dalla rotazione di un corpo massiccio come la Terra, come previsto dalla Teoria della Relatività Generale di Einstein. Il suo predecessore, Lares, è stato nel 2012 il carico utile principale del volo inaugurale di Vega, a propria volta predecessore di Vega-C.
Per il suo maiden flight Vega-C ha rilasciato in orbita sei cubesat selezionati dall’Agenzia Spaziale Europea e realizzati da università e centri di ricerca europei, tra cui anche gli italiani Astrobio (realizzato da Inaf, Sapienza Università di Roma e dalla Scuola di Ingegneria Aerospaziale della Sapienza), un cubesat che ospita un laboratorio miniaturizzato basato su un’innovativa tecnologia che eseguirà autonomamente esperimenti bioanalitici nello spazio, con una serie di potenziali applicazioni in missioni di esplorazione planetaria sia umana che robotica; GreenCube (realizzato da Sapienza Università di Roma), promossi e guidati nello sviluppo dall’Asi, e Alpha di ArcaDynamics. Gli altri tre cubesat sono: Trisat-R dell’Università di Maribor (Slovenia) e MtCube-2 e Celesta entrambi dell’Università di Montpellier (Francia).
Immagine in apertura: il liftoff di Vega-C. Credit:Esa