Si muove a circa 8mila chilometri al secondo, fa il ‘girotondo’ intorno a un buco nero illustre senza mantenere le distanze e il suo nome ricorda una password: sono i tratti salienti di S4716, una stella ‘velocista’ che orbita Sagittarius A* (Sgr A*), il supermassiccio situato nel cuore della Via Lattea.
L’astro è al centro di uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal (articolo: “Observation of S4716 – a Star with a 4 yr Orbit around Sgr A*”). L’indagine, coordinata dall’Istituto di Fisica dell’Università di Colonia, si è basata sulle osservazioni condotte da una squadra di strumenti installati su due telescopi di terra e su un interferometro: Nirc2 e Osiris (telescopio Keck), Sinfoni e Naco (telescopio Vlt) e Gravity (interferometro Vlti).
S4716 completa il suo giro intorno a Sagittarius A* in 4 anni e si trova piuttosto vicino – in termini astronomici – a questo buco nero: circa 100 unità astronomiche.
Nei pressi di Sagittarius A* è presente un affollato ammasso stellare, denominato ‘S’ cluster e abitato da oltre un centinaio di stelle che si differenziano per brillantezza e massa e che si muovono in maniera molto veloce. Uno degli astri principali di questo ammasso è S2, che spesso oscura il centro della Via Lattea e ha messo quindi a dura prova gli studiosi; il team ha comunque potuto dare un’occhiata nei brevi momenti in cui S2 non ha creato disturbo.
Utilizzando questi dati recenti e un archivio di quasi 20 anni di osservazioni, il gruppo di lavoro è riuscito a identificare la stella S4716 che è stata una vera sorpresa, dato che si trova in un’orbita stabile pur essendo così veloce e vicina a un buco nero supermassiccio. Gli astri – sostengono gli scienziati – non possono formarsi in una posizione così rischiosa; probabilmente, S4716 si è spostata verso l’interno, avvicinandosi ad altri oggetti celesti dell’ammasso S, e questo movimento ha causato una significativa riduzione della sua orbita.
Gli astrofisici ritengono che la scoperta, del tutto inaspettata, getti nuova luce sulle origini e sull’evoluzione delle orbite delle stelle ‘velociste’ del centro della Via Lattea.
In alto: il cluster ‘S’ (Crediti: Florian Peissker, Università di Colonia)