Arrivati a destinazione sulla Iss, l’equipaggio commerciale della Axiom Space non ha avuto il tempo nemmeno di guardare ‘fuori dalla finestra’, tanto erano le attività lavorative programmate.
Lanciati lo scorso 8 aprile, quando in Italia erano le 17.17, dal Kennedy Space Center della Nasa, un vettore Falcon 9 di SpaceX ha portato in volo la navicella Crew Dragon Endeavour. Al comando della missione AX-1 c’era Michael López-Alegría, ex astronauta della Nasa e attuale vice presidente del settore Business development di Axiom Space. Insieme a lui, tre privati cittadini che hanno pagato il soggiorno nello spazio 55 milioni di dollari a testa: il pilota statunitense Larry Connor, l’ex pilota israeliano Eytan Stibbe e l’imprenditore canadese Mark Pathy.
«La nostra tabella di marcia è stata molto intensa e con ritmi frenetici, soprattutto all’inizio della missione», ha affermato Michael López-Alegría, l’ex astronauta della Nasa e attuale dipendente Axiom che comandava l’Ax-1.
La società Axiom Space ammette la responsabilità nella programmazione dei lavori, troppo serrati: «Spetta a noi ridurre l’onere per l’equipaggio», ha affermato Michael Suffredini, presidente e amministratore delegato di Axiom Space, durante la conferenza stampa del 13 maggio scorso. Facciamo tesoro di quanto appreso durante questa missione grazie anche al confronto con la Nasa e SpaceX, e ne terremo conto per le future missioni future sulla Iss.
Tra le considerazioni della stessa Axiom, quella di prevedere tempi più lunghi di permanenza a bordo. Nel caso della missione Ax-1, l’equipaggio è stato trattenuto oltre gli otto giorni programmati, a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli nei siti di atterraggio al largo della costa della Florida.
«I tempi supplementari sono stati una benedizione», ha detto López-Alegría, mentre dal fronte Axiom viene sottolineato quanto una prolungata presenza a bordo della Iss sollevi questioni legate al sistema di supporto vitale per 11 persone conviventi nella casa orbitante per un periodo prolungato.
Axiom ha pianificato missioni di 30 giorni alla stazione e vorrebbe prolungarlo fino a 60 giorni. La società si dichiara pronta a un piano di lavoro più efficiente e s’impegna a rivedere la sequenza temporale delle missioni, prevedendo un allenamento mirato a supportare tempi e carichi di lavoro per i loro passeggeri.
La compagnia ha venduto tre posti per future missioni dall’Ax-1. Il nuovo accordo comprende l’affidamento del comando a un astronauta degli Emirati Arabi Uniti per una missione di lunga durata.
Il lancio è previsto non prima della primavera del 2023 per un soggiorno di sei mesi. La disponibilità del posto è stata fornita dalla Nasa in cambio del posto acquistato dalla Axiom per un volo con la Soyuz, precedentemente alla guerra russo-ucraina. Non sono stati ancora resi noti i nominativi dei prossimi viaggiatori privati che raggiungeranno l’orbita bassa.
In apertura l’equipaggio della AX-1: (da sinistra) Larry Connor, Mark Pathy, Michael López-Alegría ed Eytan Stibbe. Credito: Axiom Space