Grazie alle recenti immagini dell’orbiter Mars Odyssey della Nasa, possiamo finalmente osservare il ghiaccio “invisibile” della superficie di Marte; infatti, ciò che a lungo è sfuggito ai nostri occhi è stato finalmente rilevato dalla telecamera a infrarossi e termosensibile Themis (Thermal Emission Imaging System) della sonda.

Stando ai dati acquisiti da Themis (recentemente pubblicati su Journal of Geophysical Research: Planets), si tratta di “ghiaccio secco” (composto principalmente da anidride carbonica) che sul Pianeta Rosso, in assenza dell’atmosfera, si surriscalda e vaporizza nell’arco di pochi minuti non appena entra a contatto con le primissime luci del Sole.

Dalla rilevazione di Themis, inoltre, emerge che questa brina notturna tende a mischiarsi con polveri e altri elementi della superficie marziana; così, questa specie di “ghiaccio sporco”, vaporizzando, crea delle fitte valanghe di polvere che rimodellano i fianchi delle montagne in tutto il pianeta; inoltre, una volta dissolto, rilascia sul suolo delle lunghe striature scure.

Prima che Mars Odyssey analizzasse nel dettaglio questo fenomeno, si riteneva che quelle striature scure (conosciute come recurring slope lineae”) fossero il prodotto di flussi d’acqua salmastra che filtrava lentamente dai pendii delle montagne; oggi, grazie alle rilevazioni di Themis, possiamo attribuirle al ghiaccio notturno che ciclicamente ridisegna il volto di Marte.

 

In alto: Riproduzioni fotografiche del “ghiaccio nascosto” di Marte, acquisite dalla telecamera Themis.
Crediti immagine: Nasa/Jpl-Caltech/UArizona