Piogge di roccia e atmosfere che bruciano. Sono le condizioni estreme dei due esopianeti ultra-caldi recentemente osservati da Hubble, il longevo telescopio spaziale di Nasa ed Esa, e studiati da due diversi team di astronomi.

Gli esopianeti ultra-caldi hanno dimensioni vicine a quelle di Giove, chiamati per questo anche pianeti gioviani caldi. Essi sono così vicini alle loro stelle da avere le atmosfere planetarie più calde in assoluto.

WASP-178b è uno di questi e dista 1.300 anni luce da noi. Uno studio recente su Nature descrive la sua bizzarra atmosfera. Sul lato sempre esposto alla stella, l’atmosfera risulta priva di nubi e ricca di monossido di silicio, talmente torrida da vaporizzare persino la roccia. Questo vento polveroso si sposta poi con velocità oltre i 3.000 km all’ora verso il lato oscuro di WASP-178b. Qui, dove è sempre notte, il gas si raffredda generando dalle nuvole una pioggia di roccia.

L’altro bersaglio di Hubble è KELT-20b, a circa 400 anni luce dalla Terra. Il pianeta dista solo 8 milioni di km dalla sua stella. Da qui, la luce ultravioletta sta riscaldando i metalli nell’atmosfera del pianeta, generando così uno strato termico molto simile alla stratosfera terrestre. L’atmosfera superiore di KELT-20b risulta così più calda invece che più fredda. Una firma unica, rispetto ad altri pianeti gioviani caldi, resa evidente dal rilevamento di acqua da parte di Hubble e dal rilevamento di monossido di carbonio da parte del telescopio spaziale Spitzer di Nasa.

Pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, questa ricerca presenta la miglior prova fino ad oggi di come una stella possa colpire direttamente l’atmosfera di un pianeta.

Pur non essendo abitabili, lo studio delle estreme condizioni climatiche sui pianeti gioviani caldi offre agli astronomi una chiave per comprendere le complesse atmosfere di altri mondi terrestri potenzialmente abitabili.

 

Immagine: illustrazione di KELT-20b Credit: Nasa, Esa, Leah Hustak (STScI)