Continua inesorabile la marcia di Solar Orbiter verso la nostra stella. La sonda frutto della partnership tra Esa e Nasa ha infatti superato la metà distanza tra la Terra e il Sole e ora sta accelerando verso quest’ultimo per il suo primo storico passaggio ravvicinato.
Lanciata a inizio 2020, la missione Solar Orbiter è finalizzata allo studio del plasma e del campo magnetico del Sole, così come del vento solare: il flusso costante di particelle che la nostra stella rilascia nello spazio; una tempesta magnetica in grado di interagire con i pianeti e di interferire pesantemente con la tecnologia satellitare in orbita terrestre.
Solar Orbiter sta studiando lo Space Weather, così si chiama questo fenomeno, mentre attraversa i 150 milioni di chilometri che separano la Terra dal Sole
Attualmente situata circa a metà di questo intervallo, il prossimo 26 marzo la sonda sarà a meno di un terzo della nostra distanza dal Sole, sostando per qualche settimana all’interno dell’orbita di Mercurio.
Progettata per sopravvivere così vicino alla nostra stella per periodi relativamente lunghi, porterà i suoi telescopi ad alta risoluzione a lavorare più prossimi che mai al Sole. Nel passaggio ravvicinato del 26 marzo tutti e dieci gli strumenti della sonda funzioneranno simultaneamente per raccogliere più dati possibili.
Denise Perrone, ricercatrice e ASI Project Scientist per lo strumento Swa a bordo di Solar Orbiter, spiega nel video come lavoreranno gli strumenti durante questo passaggio in prossimità del Sole.
Tra le domande a cui dovranno rispondere vi è se il vento solare vede un potenziale ruolo dei campfires, minuscole eruzioni onnipresenti sulla superficie solare fotografate nella prima immagine di Solar Orbiter rilasciata a metà 2020.
Connessioni rese possibili anche dall’importante contributo italiano, visto che il coronografo Metis e l’unità di elaborazione dati Swa a bordo della sonda sono stati realizzati da Inaf con il supporto di Asi.