In seno al programma Technology Demonstration Missions, la Space Technology Mission Directorate della Nasa sta finanziando la realizzazione di Osam-1 (On-orbit Servicing, Assembly, and Manufacturing 1). Si tratta di un veicolo spaziale finalizzato ad implementare, oppure ripristinare al suo stato originario, un satellite già in uso; quindi, Osam-1 interverrà su quei satelliti che non sono stati progettati per essere sottoposti a successiva manutenzione una volta immessi in orbita e, di fatto, prolungare la loro vita.
Durante il mese di febbraio, Osam-1 ha superato con successo la “critical design review” (Cdr), fase nevralgica che ha permesso agli ingegneri della Nasa e della Maxar Technologies di appurare l’efficacia del design dell’Osam-1; ciò consente di poter procedere alle successive fasi di assemblaggio presso il Goddard Space Fligth Center della Nasa a Greenbelt (Maryland, Usa).
Tra gli elementi principali che comporranno l’intera struttura di Osam-1 v’è sicuramente Spider (Space Infrastructure Dexterous Robot); in breve, Spider consiste in un’antenna di comunicazione che, trasmettendo in banda Ka, collegherà Osam-1 con le stazioni di terra destinate al suo pilotaggio da remoto.
L’equipe di ingegneri della Maxar Technologies sostiene che il lancio dell’Osam-1 non avverrà prima del 2025. L’auspicio è che i tempi di realizzazione, di lancio ed effettivo impiego di Osam-1 non subiscano ritardi rilevanti, poiché la sua operatività renderà possibile, di fatto, un utilizzo più sostenibile delle orbite geostazionarie della Terra; infatti, Osam-1, garantendo una maggiore longevità dei satelliti e dei servizi (commerciali e non) che questi offrono, si propone di mitigare il problema crescente degli space debris.
In alto: illustrazione di Osam-1
Crediti immagine: Nasa