Entro la fine del 2022 assisteremo al primo tentativo di deviazione di un asteroide da parte di una sonda. La missione Dart della Nasa, partita lo scorso novembre, si schianterà a 6,6 chilometri al secondo contro il più piccolo asteroide del sistema binario Didymos.

Si tratta di un test che sarà eseguito in tutta sicurezza a 11 milioni di chilometri da noi, ma che dimostrerà la fattibilità di un’operazione simile per deviare eventuali futuri oggetti celesti pericolosi per il nostro pianeta. E il nanosatellite LiciaCube dell’Asi, partito insieme a Dart, sarà il testimone oculare del primo scontro pilotato tra una sonda e un asteroide.

Che cosa ci si aspetta da questo scontro? Ovviamente non mancano i modelli e le simulazioni, ma dal momento che un’operazione simile non è mai stata tentata è impossibile prevedere con assoluta certezza quello che accadrà, soprattutto perchè finora non si conosce la morfologia del bersaglio – e anche a questo servirà LiciaCube.

A immaginare lo scontro tra Dart e l’asteroide sta provando da tempo il team del dottorando Harrison Agrusa dell’Università del Maryland. Harrison ha simulato centinaia di volte l’interazione tra la navicella Dart, grande come più o meno quanto un frigorifero, e Dimorphos, il più piccolo del sistema binario Didymos, del diametro di 160 metri.

Le sue simulazioni ricostruiscono l’asteroide principale Didymos di 780 metri di diametro e la sua ‘piccola luna’, orbitante come un insieme di sfere. Il modello applica poi la forza equivalente all’impatto di Dart, a seconda del punto esatto di impatto della sonda. E la cosa interessante è che, a seconda dei diversi parametri, cambia il tipo di oscillazione impresso a Dimorphos nel corso del tempo. Un fenomeno che non sarà visibile dai telescopi a Terra, ma che sarà studiato da vicino dal successore di LiciaCube: la missione Hera dell’Esa, che partirà nel 2024 per raggiungere il luogo dello scontro e valutarne gli effetti. Scoprendo così quali, tra tutte le simulazioni, avevano indovinato.