Forever Young – Gemini, Apollo, Shuttle: una vita per lo spazio- Cartabianca Publishing, 19,90€ cartaceo 11,99€ digitale su www.cartabianca.com e principali rivenditori online
Per raccontare ben sei missioni nello spazio, compiute tra il 1965 e il 1983, con tutti i retroscena e le vicende private che hanno fatto da contorno, il libro non poteva essere da meno delle 474 pagine di cui è composto. Se poi a scriverlo è uno degli astronauti americani più famosi e ammirati di sempre ecco spiegata la preziosa unicità di questo volume. Tradotto finalmente in italiano, anche se il titolo è rimasto invariato, Forever Young scritto dall’astronauta John W. Young, è un tuffo nell’avventurosa vita di un uomo che ha sfidato la sorte per andare nella sua terza missione nel 1969 in orbita intorno alla Luna e nella seguente, tre anni dopo, passeggiare sul suolo selenico. Non da meno le altre sue missioni se si considera che la NASA lo scelse per il primo volo della capsula Gemini nel marzo del 1965 e successivamente anche per il volo inaugurale dello Space Shuttle nell’aprile del 1981. Di cose raccontate quindi ce ne sono davvero tante.
Nato a San Francisco in California nel 1930 fu pilota collaudatore della Marina Militare americana per poi, nel settembre del 1962, essere selezionato dalla NASA con il secondo gruppo di astronauti. Young è stato per la sua notorietà ma anche per la grande professionalità, un punto di riferimento per l’intera Agenzia spaziale americana. Le sue parole, sempre molto poche, erano dirette e carismatiche e quindi ascoltate con attenzione specie come quando, per molti anni, ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’ufficio astronauti della NASA mettendo al primo posto la sicurezza nei voli spaziali. Leggendaria fu la sua durissima critica nei confronti della gestione della NASA per il disastro della navetta spaziale Challenger nel gennaio del 1986 accusando proprio la mancanza di cultura della sicurezza all’interno del programma Space Shuttle. Young testimoniò davanti alla Commissione Rogers incaricata di fare piena luce sull’accaduto, suggerendo fondamentali miglioramenti per la sicurezza degli equipaggi. In quello stesso anno Young avrebbe dovuto volare come comandante dell’STS-61J per portare in orbita il telescopio spaziale Hubble ma la missione fu posticipata di quattro anni proprio a causa del disastro del Challenger facendogli così perdere il posto di comandante. John W. Young, ha lasciato la NASA il 31 dicembre 2004, dopo quarantadue anni di lavoro nel programma spaziale statunitense. La sua è stata la carriera più lunga di qualunque astronauta americano. Si è spento a Houston il 5 gennaio del 2018, a 88 anni d’età.
Una testimonianza scritta da un personaggio unico che dunque la fa diventare una storia avvincente per come viene raccontata, insieme a molto altro, in un libro che la casa editrice Cartabianca, dopo il successo nel mercato editoriale americano, ha voluto tradurre per tutti gli appassionati e non solo della conquista dello spazio.