Il telescopio spaziale Nustar della Nasa ha individuato la luce più energetica mai rilevata proveniente da Giove, emessa sotto forma di raggi X. Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy. Non è la prima volta che i raggi X sono stati avvistati su Giove: le missioni Chandra della Nasa e Xmm Newton dell’Esa hanno entrambe osservato raggi X a bassa energia provenienti dalle aurore del pianeta gigante.
Le aurore di Giove, che si verificano ai poli nord e sud del pianeta, sono create dalla pioggia di ioni provenienti da Io, una delle lune principali di Giove. Queste particelle sono accelerate dal campo magnetico del pianeta verso i poli. Lì, gli ioni interagiscono con l’atmosfera di Giove e rilasciano luce, creando le suggestive aurore. Recentemente la sonda Juno della Nasa ha scoperto che gli elettroni di Io interagiscono anche con il campo magnetico di Giove.
Secondo quanto emerge dallo studio, questi elettroni potrebbero creare raggi X ancora più potenti di quelli prodotti dalle aurore gioviane. Le ultime osservazioni di Nustar hanno confermato questa ipotesi.
«È piuttosto difficile per i pianeti generare raggi X nell’intervallo rilevato da Nustar – afferma Kaya Mori, della Columbia University, autrice principale del nuovo studio – ma Giove ha un enorme campo magnetico e ruota molto rapidamente. Queste due caratteristiche indicano che la magnetosfera del pianeta agisce come un gigantesco acceleratore di particelle: questo rende possibili le emissioni di energia più elevata».
Ma non è tutto. Questa scoperta potrebbe contribuire a risolvere un mistero vecchio di trent’anni. Nel 1992 la navicella Ulysses, una missione congiunta Nasa-Esa destinata all’osservazione del Sole, ha sorvolato Giove ma non ha rilevato alcun tipo di raggi X, un dettaglio che ha sorpreso gli scienziati. Ora, alla luce delle nuove rivelazioni di Nustar, gli astronomi hanno compreso che la sonda non è riuscita a rilevare questi raggi perché questi diventano sempre più deboli a energie più elevate. Con molta probabilità, nel corso del fly-by gioviano, i raggi erano troppo tenui per essere individuati.
Crediti foto: Kevin M. Nasa/Jpl-Caltech/Swri/Msss, Giove visto dalla sonda Juno