Il progresso scientifico e tecnologico può incidere significativamente sulla definizione delle presenti e future politiche mondiali di sviluppo socioeconomico improntate sulla tutela dell’ambiente; da questa premessa, è altrettanto ragionevole sostenere che anche le attività di ricerca in campo spaziale e aerospaziale, condotte dai maggiori player (sia pubblici che privati), che operano nel settore della space economy, possono offrire innovativi sistemi improntanti sulla sostenibilità ambientale.

La tutela dell’ambiente, sia terrestre che dello spazio extra-atmosferico (comprese la Luna e gli altri corpi celesti) è sempre stata una prerogativa delle politiche spaziali. Lo conferma l’art. 7, paragrafo 1, dell’Accordo regolante le attività degli Stati sulla Luna e gli altri corpi celesti (conosciuto anche come “Moon Agreement”, adottato il 18, dicembre 1979 ed entrato in vigore l’11 luglio del 1984), secondo cui “Nell’esplorazione ed utilizzazione della Luna, gli Stati prenderanno misure per evitare di turbare l’esistente equilibrio ambientale, sia facendogli subire trasformazioni nocive, sia contaminandolo pericolosamente a causa dell’introduzione di materia estranea o in altro modo. Gli Stati prenderanno anche misure per evitare di degradare l’ambiente terrestre con l’introduzione di materia extra-terrestre o in altro modo”.

Di questo connubio tra attività spaziali e tutela dell’ambiente, ne è un chiarissimo esempio il progetto “Waste to Base”, promosso dalla Nasa Tournament Lab, in collaborazione con HeroX (piattaforma di crowdsourcing).

Si tratta di un bando rivolto ai ricercatori (di età pari o superiore ai 18 anni), diretto alla individuazione e selezione di nuove ed efficaci strategie e/o metodologie volte al recupero di materiali utili dai rifiuti, da impiegare nelle future missioni (con equipaggio) su Marte.

La deadline fissata per l’iscrizione a questa competizione è il 15 marzo; tuttavia, tutti i potenziali concorrenti che desiderano partecipare possono prendere visione del bando sul sito dedicato.

Fermo restando che la Nasa prevede che i primi insediamenti umani sul pianeta rosso saranno installati entro la metà degli anni ’30, l’agenzia non ha ancora stabilito una precisa road map in merito; tuttavia, la Nasa si riserva di impiegare le future tecnologie di smaltimento e riciclo dei rifiuti anche in occasione dell’imminente missione Artemis che, ricordiamo, ha come obbiettivo il ritorno dell’uomo sulla Luna entro la metà degli anni ’20.

In alto: logo della “Waste to Base” challenge