Grazie ai dati della sonda Parker Solar Probe della Nasa, uno studio della University of Minnesota Twin Cities ha rilevato per la regione più vicina al Sole l’assenza delle onde whistlers (fischietti), ossia onde elettromagnetiche che agiscono come ‘arbitri’ nella regolazione dell’energia solare.
La ricerca, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, fornisce così nuove importanti informazioni sul fenomeno dello space weather, il mutamento delle condizioni energetiche e ambientali che, tramite il vento solare, dalla nostra stella si diffonde lungo tutto il Sistema solare.

Studiare le caratteristiche dell’ambiente e della fisica solare è un passaggio fondamentale per  comprendere come i fenomeni dello space weather riescano ad avere influenze anche sul nostro pianeta. Uno dei quesiti fondamentali ancora aperti rimane, tuttavia, come accelera il vento solare, ossia il flusso di particelle cariche rilasciate dalla corona solare.
Trovare una risposta aiuterebbe a prevedere, per esempio, come le l’energia propagata riesca a disturbare il campo magnetico terrestre, danneggiare i satelliti con potenziale impatto sui sistemi di comunicazione e GPS, oppure essere dannosa per gli astronauti in esplorazione nello spazio.

Lanciata nel 2018 per studiare l’atmosfera esterna del Sole, la sonda spaziale Parker Solar Probe della Nasa è arrivata nell’agosto 2021 alla distanza più vicina al Sole mai raggiunta da un veicolo spaziale: 7,7 milioni di km dal sole.
Analizzati dai ricercatori dell’University of Minnesota Twin Cities, i dati rilevati da questo sorvolo record hanno mostrato un fatto inaspettato: la regione più vicina alla Sole, quella all’interno di circa 28 raggi solari, sarebbe priva delle onde elettromagnetiche ‘arbitro’, i fischietti in grado di regolare il flusso di calore tra gli elettroni, quindi l’energia solare.

In questa area prossima al Sole sarebbero invece presenti onde elettrostatiche. Precedenti ricerche, al contrario, avevano rilevato le onde ‘fischietto’ nella vasta area del sistema solare che va da circa 35 raggi solari fino all’orbita terrestre, a circa 215 raggi solari.

Ma le sorprese non sono finite qui: lo studio della distribuzione degli elettroni, sempre per la regione entro i 28 raggi solari, ha mostrato la presenza di un campo elettrico creato in parte dalla forza di gravità del Sole. Il fenomeno risulterebbe simile al ‘vento polare’ riscontrabile ai poli terrestri, ossia quel flusso permanente di plasma causato dall’interazione tra il vento solare e l’atmosfera terrestre.

«Questo risultato ha un impatto non solo per capire il vento solare e i venti di altre stelle – dichiara Cynthia Cattell, autrice principale della ricerca – ma anche per capire il flusso di calore di molti altri sistemi astrofisici a cui non possiamo inviare satelliti».

In attesa che Parker si avvicini in futuro ancora di più, con in previsione di volare alla distanza di soli 6 milioni di km dal Sole alla fine del 2024, la ricerca offre una guida per le prossime ricerche: l’obiettivo sarà, infatti, capire i motivi dell’assenza di onde arbitro e se vi siano, invece, altre tipologie di onde in grado di avere un’influenza sul vento solare.

«Se non si comprendono i dettagli del flusso di energia vicino al sole – conclude Cynthia Cattell – allora non si può prevedere quanto velocemente si muoverà il vento solare o quale sarà la sua densità quando raggiungerà la Terra  Queste sono alcune delle proprietà che determinano come l’attività solare ci colpisce».

 

Immagine: Illustrazione della sonda Parker (Crediti: Nasa – Goddard Space Flight Center/Jhu Applied Physics Laboratory)