Si allontana la prospettiva del ‘pensionamento’ nel 2024 per la Stazione Spaziale Internazionale, la ‘casa’ cosmica in orbita da più di 20 anni: lo scorso 31 dicembre, l’Amministratore della Nasa Bill Nelson ha annunciato l’impegno del governo americano per prolungare fino al 2030 la vita operativa di una delle più complesse opere di ingegneria mai realizzate dall’uomo. L’impegno riguarda anche il coinvolgimento dei partner internazionali (Europa, Giappone, Canada e Russia) in questa proroga, che consentirà la prosecuzione di attività scientifiche d’eccellenza in un ambiente dalle caratteristiche uniche.

«La Stazione Spaziale – ha dichiarato Nelson – è un faro di pacifica collaborazione scientifica internazionale e nell’arco di oltre 20 anni ha restituito immensi sviluppi scientifici, educativi e tecnologici a beneficio dell’umanità. Sono lieto – ha concluso – che l’amministrazione Biden-Harris si sia impegnata a continuare le operazioni della Stazione fino al 2030».

Quindi, anche se la Iss ha oramai compiuto la maggior parte del suo percorso e la sua futura dismissione è inevitabile, i sei anni di proroga permetteranno lo sviluppo di stazioni spaziali commerciali evitando che si crei una rischiosa situazione di vuoto, anche a livello geopolitico, tra il ritiro della ‘veterana’ e l’entrata in gioco delle ‘nuove leve’.

La Nasa, infatti, già dallo scorso mese di settembre, si è attivata con una strategia di commercializzazione dell’orbita terrestre bassa (Leo – Low Earth Orbit) e sta valutando alcune proposte presentate da aziende americane nell’ambito del programma Commercial Low Earth Orbit Development. Il fattore economico e quello temporale rappresentano criticità di rilievo nello sviluppo di tali progetti, quindi la proroga fino al 2030 – di cui Bill Nelson parlava già a settembre – consente di ‘tirare il fiato’.

In oltre 20 anni (l’assemblaggio è iniziato nel 1998), il vasto laboratorio cosmico ha ospitato più di 3mila attività scientifiche, proposte da circa 4.200 ricercatori da tutto il mondo e realizzate in condizioni che sarebbero state impossibili sulla Terra. Sono circa 110 le nazioni che hanno preso parte alle attività svolte a bordo della Iss, comprese quelle didattiche per le discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics); ogni anno gli studenti coinvolti sono stati più di un milione.

Non resta che augurare, quindi, una buona prosecuzione alla ‘casa’ cosmica, che nei prossimi mesi ospiterà nuovamente l’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti.

Crediti immagine: Nasa