Sono trascorsi 32 anni dalla messa in orbita della Mir, l’avamposto spaziale russo, tappa fondamentale nella storia dell’esplorazione spaziale umana. Lanciata il 19 febbraio 1986 la Mir era progettata per una vita operativa di 7 anni, ma fu utilizzata per 15 anni diventando la prima stazione spaziale abitata in modo permanente e scientificamente fnzionante, raggiungendo così l’obiettivo per cui fu concepita.
La Mir è stata visitata da 13 astronauti europei, compiendo 86.325 orbite intorno alla Terra all’altezza media di 390 chilometri sopra la superficie terrestre. L’assemblaggio della Mir è stato fondamentale per la messa in opera della Stazione Spaziale. Nei primi anni Novanta, Stati Uniti e Russia si muovono su fronti diversi: i primi scelgono lo Shuttle per effettuare esperimenti in orbita bassa, mentre i russi puntano sulla Mir. Nel 1998 le due potenze si ritrovano a collaborare su un progetto comune: la costruzione della Iss.
Il 20 novembre di quell’anno viene lanciato il primo modulo della Stazione denominato Zarja. La Mir era ormai obsoleta e nel 2001 furono effettuate le manovre per il rientro controllato in atmosfera, che portarono le ultime parti dell’avamposto russo ad inabissarsi nell’Oceano Pacifico. Ora – dopo un ventennio di cooperazione sulla Iss – Usa e Russia guardano alla Luna con il Deep Space Gateway, un avamposto che verrà costruito in orbita cislunare. Secondo quanto affermato dalle rispettive agenzie spaziali durante la passata edizione dello Iac in Australia, i primi moduli della stazione lunare dovrebbero essere lanciati nel biennio 2024-2026: il primo passo verso l’esplorazione dello spazio profondo.