I ritardi nelle comunicazioni tra l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale e la Terra sono quasi impercettibili, poiché vengono rimbalzati da un satellite di rilevamento e trasmissione dati a un altro. Ora la Nasa, in vista delle missioni sulla Luna e su Marte, sta sviluppando un progetto denominato T2 Augmented Reality (T2ar), in grado di facilitare il funzionamento dei veicoli spaziali e delle operazioni di manutenzione senza l’assistenza continua del Mission Control di Houston. 

T2ar ha preso il via ad aprile, quando l’astronauta della Jaxa Soichi Noguchi è stato incaricato della manutenzione del Treadmill T2, un tapis roulant parte della ‘palestra’ della Iss. La procedura di ispezione è solitamente disponibile come documento Pdf accessibile da computer o tablet: un’operazione difficile da portare a termine mentre si esaminano apparecchiature in uno spazio ristretto. Noguchi ha utilizzato gli occhiali per la realtà aumentata (Ar) di Microsoft HoloLens, dotati di un software di monitoraggio delle procedure sviluppato dalla Nasa. In questo modo, è riuscito a svolgere il compito senza l’ausilio del computer o di aiuto da parte del Mission Control. 

Nello specifico, gli occhiali si servono dei segnali direzionali 3D per dirigere lo sguardo dell’astronauta verso l’obiettivo, mostrando le istruzioni della procedura. Il sistema ha anche fornito informazioni supplementari, come alcuni video didattici, per ottimizzare il processo.

T2ar è progettato per essere utilizzato per un’ampia varietà di esigenze. Questa tecnologia potrebbe aiutare gli astronauti nei futuri viaggi verso la Luna e Marte, quando i ritardi di comunicazione saranno maggiori e consentirà di svolgere le attività senza attendere ulteriori indicazioni da Terra. «La Stazione Spaziale è la piattaforma perfetta per testare i sistemi Ar e perfezionare questi strumenti in modo che siano pronti quando i futuri astronauti ne avranno bisogno – ha affermato Bryan Dansberry del Johnson Space center della Nasa –  Questi test, inoltre, saranno presto gestibili in remoto da diverse località nel mondo e renderanno più semplice la vita nello spazio».