È andato come previsto il debutto di RemoveDEBRIS, il netturbino spaziale sviluppato dall’Università del Surrey per catturare con una rete i detriti nell’orbita terrestre. Il satellite sperimentale è stato messo alla prova lo scorso 16 settembre, dimostrando l’efficacia di una nuova tecnica per togliere di mezzo oggetti potenzialmente pericolosi intorno al nostro pianeta.
RemoveDEBRIS, del peso di 100 chilogrammi, è stato trasportato ad aprile sulla Stazione spaziale internazionale, per poi essere rilasciato nello spazio a giugno. Durante il test, lo spazzino cosmico ha lanciato una specie di ragnatela che poco dopo ha avvolto un finto pezzo di spazzatura cosmica – in questo caso, un nanosatellite che è stato appositamente rilasciato a una decina di metri di distanza.
Quello della spazzatura spaziale è un problema sempre più urgente: secondo le stime del network di sorveglianza spaziale statunitense, ci sono almeno 40mila oggetti in orbita attorno al nostro pianeta, per un totale di circa 7.600 tonnellate di space junk. RemoveDEBRIS propone di risolvere il problema con una tecnologia relativamente a basso costo e, secondo gli scienziati, priva di rischi: impigliandosi nella rete, il rifiuto spaziale dovrebbe appesantirsi e perdere quota, fino a carbonizzarsi nel suo impatto con l’atmosfera. “Anche se potrebbe sembrare un’idea semplice – dice l’italiano Guglielmo Aglietti, direttore del Surrey Space Centre – utilizzare una rete nello spazio per catturare un detrito ha richiesto molti anni di pianificazione e lavoro ingegneristico”. Nei prossimi mesi il team di RemoveDEBRIS svolgerà altri test per verificare tutte le fasi della cattura cosmica, ma gli scienziati sono già fiduciosi che la tecnica possa essere usata con successo anche per i veri detriti spaziali.