Aggiornamento del 21 luglio. L’European Robotic Arm (ERA) è finalmente partito verso la la Stazione Spaziale Internazionale. Oggi mercoledì 21 luglio, alle 16:58 italiane, è stato lanciato un razzo Proton a tre stadi dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan per spedire in orbita il prezioso carico: il russo Multipurpose Laboratory Module a cui Era è agganciato.

 

Il braccio robotico 100% made-in-Europe raggiungerà l’ISS tra una settimana dove, con i sui 11 metri, potrà “camminare” lungo il segmento russo e diventare operativo, dopo 14 lunghi anni di attesa che hanno bloccato il sesto modulo russo della stazione orbitante.

Chiamato anche Nauka che in russo significa scienza, il Multipurpose Laboratory Module rappresenta la base di partenza per Era: raggiunta la stazione orbitante e una volta attraccati, il braccio si sgancerà per poter operare su tutti i 6 moduli russi della Stazione, compreso Nauka. La camminata robotica spaziale sarà permessa dalla capacità del braccio di ancorarsi a tutto il segmento russo in più punti, spostandosi avanti e indietro con un ampio raggio di movimento.

Era sarà di supporto agli astronauti a bordo della ISS. Rispetto ai due bracci robotici già operativi sulla Stazione, il Canadarm2 e il JEMRMS, ma su altri settori rispetto a quello russo, il braccio europeo avrà una novità sostanziale: sarà controllabile sia dall’interno che dall’esterno della ISS. Inoltre può essere controllato direttamente o programmato in anticipo, potendo eseguire compiti in piena autonomia grazie alle nuove potenzialità di funzionamento dell’automatizzazione.

Una tecnologia progettata e assemblata per l’ESA da un consorzio di aziende europee guidato da Airbus Defence e Space Netherlands, strumentazione su cui, nei 14 anni di attesa del lancio, vi è stato un continuo lavoro di aggiornamento e manutenzione dell’hardware e del software.

«Ogni pezzo di Era è stato sottoposto a un’analisi rigorosa per confermare che è adatto allo spazio dopo la sua lunga vita di scaffale sulla Terra», spiega Philippe Schoonejans, responsabile del progetto Era.

Il terzo braccio robotico della ISS sembra umano, dotato di un gomito, di spalle e anche polsi. Ma in realtà Era si avvicina più a un braccio di un supereroe: lungo oltre 11 metri, conta 7 articolazioni che permetteranno al braccio robotico di gestire carichi utili fino a 8 tonnellate, riuscendo a effettuare differenti movimenti per compiti di assemblaggio.

Tra i principali compiti di Era vi saranno quelli di installare o rimuovere carichi per esperimenti o grandi elementi della base orbitante, con la capacità di trasferire piccoli carichi anche tra il dentro e il fuori della stazione attraverso la camera di compensazione russa.

Composto da fibre di carbonio e alluminio e con un peso di 630 kg essendo, Era si muove con una velocità di 10 cm al secondo in grado di posizionarsi con una precisione millimetrica, raggiungendo bersagli fino a 9,7 metri di distanza. Una giostra spaziale che potrà essere provata anche dall’equipaggio: il braccio trasporterà anche i membri dell’ISS da un sito di lavoro esterno a un altro, oltre a permettere ai cosmonauti di fare altri lavori durante le passeggiate spaziale, risparmiando tempo e fatica nella manutenzione della Stazione Spaziale grazie anche alle sue quattro telecamere a infrarossi che ispezioneranno dall’esterno della Stazione Spaziale.

Tre astronauti e cinque passeggiate spaziali serviranno per rendere il braccio robotico adatto alle operazioni spaziali e farlo definitivamente in scena.
Circa una settimana dopo il lancio, l’astronauta dell’ESA Thomas Pesquet accoglierà l’arrivo del braccio robotico europeo sulla Stazione Spaziale. Dopo l’allestimento iniziale saranno gli astronauti dell’ESA Matthias Maurer e Samantha Cristoforetti a supportare l’installazione sia dall’interno che dall’esterno della Stazione.

 

Crediti immagine in evidenza: ESA