Compirà un’impresa mai tentata prima e si sta preparando al meglio: il rover europeo ExoMars, che approccerà Marte nel 2021, è in fase di test per gli sfidanti ambienti marziani. Sul pianeta rosso il rover perforerà il terreno, per la prima volta, alla profondità di due metri. L’obiettivo: la ricerca di segni di vita sepolta, protetta, nel sottosuolo, dalle radiazioni distruttive che spazzano la superficie. A partire da questa settimana, un modello rappresentativo del rover sarà sottoposto a una campagna di test per accertare la sua resistenza al lancio e all’atterraggio e la capacità di sopravvivere e lavorare nell’habitat estremo di Marte.
«Con la campagna di test verranno verificati aspetti termici e meccanici», spiega Pietro Baglioni, leader del team ESA per ExoMars. Così, all’Airbus di Tolosa, il modello del rover verrà scosso dalle vibrazioni, per simulare le sollecitazioni che subirà quando verrà lanciato col vettore Proton, proverà gli scuotimenti dovuti all’impatto con l’atmosfera marziana e all’atterraggio con paracadute, subirà, per due mesi, test termici per saggiare le temperature rigide e variabili; del resto, l’ambiente di lavoro sarà poco gradevole, a –120° C, bassa pressione e un’atmosfera ricca di diossido di carbonio. Dall’agosto 2018 il modello verrà trasferito a Lavochkin, Mosca, per essere sigillato in un modulo di discesa e compiere ulteriori test. Nel frattempo, un altro modello sarà impegnato per otto mesi in prove di movimento e navigazione su ogni tipo di terreno.
ExoMars, missione congiunta ESA – Roscosmos, sostenuta dall’ASI con il 40% dell’investimento totale, ha già inviato il Trace Gas Orbiter che studia i gas atmosferici e processi biologici e geologici e che trasmetterà alla Terra i dati raccolti dal rover. Il rover di ExoMars si inerpicherà sulla scia dei precedenti rover marziani che, confermando l’antica presenza di acqua e un ambiente favorevole alla vita, hanno scritto capitoli fondamentali dell’esplorazione marziana.