Uno studio condotto dal Monterey Bay Aquarium ha rivelato che l’inquinamento prodotto da aree ridotte provoca peggioramenti del clima su larga scala. Lo studio è stato pubblicato su Science Advances. 

«L’inquinamento locale – afferma Kyle Van Houtan, autore dello studio – ha impatti di grande portata. Quando bruciamo localmente combustibili fossili come carbone, petrolio e gas li mescoliamo nell’atmosfera del nostro pianeta. Il risultato è che i loro impatti sul riscaldamento vengono spesso esportati in luoghi lontani».

Per  supportare la loro teoria gli scienziati hanno osservato le emissioni prodotte da anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e nerofumo (a volte indicato come PM2,5) dal 1970 al 2018. I ricercatori hanno confrontato le fonti di queste emissioni con le proiezioni della temperatura globale sull’intera superficie del pianeta.

Dopo aver effettuato questa serie di osservazioni hanno confermato che  – se  la fonte delle emissioni è concentrata in aree ridotte –  gli impatti sono diffusi su territori più ampi. Sorprendentemente il 90 percento di tutte le emissioni di gas serra sono generate dalle attività umane che vengono condotte  solo sull’otto percento della superficie terrestre eppure, secondo quanto si legge nello studio,  più della metà del pianeta subirà un riscaldamento estremo entro la fine del ventunesimo secolo.

La ricerca ha anche mappato le disparità economiche inerenti al cambiamento climatico. Gli scienziati hanno dimostrato che le regioni più sviluppate e industrializzate come l’Europa occidentale, il Nord America nord-orientale e gli stati del Golfo Arabico emettono quantità più elevate di emissioni che intrappolano il calore, ma subiscono un impatto climatico relativamente ridotto. I paesi dell’Africa e dell’Asia centrale, che producono meno inquinamento, saranno soggetti a  maggiori danni a causa dell’impatto della combustione di combustibili fossili.

La studio mette in risalto il ruolo  fondamentale svolto dagli oceani in questo processo, dato che  l’acqua assorbe circa il 93 percento del calore in eccesso prodotto dalle emissioni. Nel servire questo ruolo, l’oceano mitiga i peggiori impatti dei cambiamenti climatici per tutta l’umanità.

Gli autori dello studio affermano che le proiezioni sul riscaldamento rafforzano l’urgente necessità di un’azione collettiva globale per evitare conseguenze disastrose sul clima. Gli scienziati inoltre sottolineano che è necessario condividere i dati relativi alle pubblicazioni scientifiche sul clima, per facilitare un dialogo pubblico produttivo su soluzioni climatiche eque.