Test avvenuti con successo al Goddard Space Flight Center della NASA per il piccolo satellite della missione Lunar IceCube, tecnologia progettata dalla Morehead State University nel Kentucky per studiare distribuzione e origini dell’acqua sulla Luna. Per affrontare questa missione il mini-satellite salirà a bordo dello Space Launch System di Artemis I, primo passo del programma Artemis con cui la NASA riporterà l’Uomo sulla Luna entro il 2024, oltre a mirare a soggiorni lunari di lungo periodo.

Il piccolo satellite lunare cercherà acqua, e altre risorse tra composti volatili organici, gravitando in un’orbita ellittica e bassa, di soli 100 km sopra la superficie lunare.
Per scovare dove è distribuita l’acqua, il satellite avrà con sé lo strumento BIRCHES, Broadband InfraRed Compact High-Resolution Exploration Spectrometer, uno “scanner” sia della superficie lunare sia dell’esosfera, lo strato sottile simile alla nostra atmosfera che circonda la Luna.

Attraverso un’indagine spettroscopica all’infrarosso, BIRCHES è in grado di rilevare dove l’acqua si nasconde ma soprattutto se essa si presenta sotto forma di ghiaccio, liquida o di vapore acqueo.
L’alta risoluzione dello scanner BIRCHES è la vera peculiarità della missione Lunar IceCube, che si distingue proprio per questo da missioni precedenti simili, tra cui Lunar Prospector e Lunar Reconnaissance Orbiter.

Elemento di forza ma anche tallone d’Achille, il rilevatore a infrarossi di BIRCHES obbliga a un tempo limitato di osservazione, in quanto la strumentazione e altri componenti ottici sensibili verrebbero danneggiati in modo permanente se la luce solare dovesse penetrarvi con la sua intensità mentre Lunar IceCube sta osservando o viaggiando verso la Luna.
Per evitare questo, il team ha sviluppato una piccolo portello che si apre e chiude a protezione, limitando così il tempo di osservazione di Lunar IceCube a solo una delle 7 ore che impiegherà per orbitare attorno alla Luna.

Proprio BIRCHES è stato al centro delle ultime prove fatte; test e calibrazione per comprendere se la grande sfida potrà essere vinta dal minuscolo scanner.
Carico del satellite miniaturizzato ma già utilizzato in precedenza, BIRCHES ha all’incirca le dimensioni di una scatola di fazzoletti, obbligando il team a miniaturizzare drasticamente l’hardware, risultato ora sei volte più piccolo rispetto alle sue dimensioni originali. Tra i primi piccoli satelliti a viaggiare nello spazio profondo, Lunar IceCube è una pedina fondamentale per lo sviluppo dell’esplorazione nel prossimo futuro.

Gli astronauti, durante le loro permanenze lunari nel futuro, potrebbero usare l’acqua scovata da Lunar IceCube per varie esigenze, incluso potenzialmente il carburante per razzi. La missione permetterà loro di prevedere i cambiamenti stagionali e determinare il possibile uso in situ dell’acqua sulla Luna, informazione fondamentale per ambire a una presenza lunare duratura entro il 2024.

Figlia della partnership pubblico-privato con cui la NASA vuole affrontare questa evoluzione verso l’esplorazione umana nello spazio profondo, Lunar IceCube nasce dal Next Space Technologies for Exploration Partnerships (NextSTEP), il programma di selezione dei progetti di sviluppo tecnologico che la NASA ha lanciato in collaborazione con l’industria commerciale per lo sviluppo di sistemi avanzati di esplorazione.

 

Crediti immagine in evidenza: Nasa’s Goddard Space Flight Center