Detiene il primato di manufatto umano più lontano dalla Terra e, a distanza di quasi 44 anni dall’inizio della sua avventura nello spazio, prosegue incessantemente l’attività esplorativa: si tratta della sonda Voyager 1 della Nasa, che, lanciata il 5 settembre 1977, continua ad inviare dati dalle profondità siderali in cui è giunta.

Voyager 1, che nell’agosto 2012 ha oltrepassato i confini del Sistema Solare e si trova nel mezzo interstellare, è stata in grado di cogliere il sibilo persistente del plasma: la scoperta è al centro di uno studio coordinato dalla Cornell University e appena pubblicato su Nature Astronomy (articolo: “Persistent plasma waves in interstellar space detected by Voyager 1”).

Il team della ricerca, analizzando i dati che la sonda ha lentamente trasmesso da oltre 22 miliardi di chilometri di distanza, ha individuato un’emissione molto leggera e monocorde, in una larghezza di banda a frequenza ridotta. Il segnale, per gli astrofisici, costituisce il ‘mormorio’ del gas interstellare, che si presenta debole ma continuo.

Dopo che la sonda ha varcato la soglia dello spazio interstellare, il suo strumento Plasma Wave System ha percepito delle perturbazioni nei gas; tra questi fenomeni estremi, dovuti alla turbolenza del Sole, i ricercatori hanno scovato la ‘firma’ costante prodotta dal mezzo interstellare. Il fenomeno è stato paragonato ad una lieve pioggia, che talvolta viene scossa da un temporale, per poi riprendere il suo andamento pacato.

Questi elementi, secondo il gruppo di lavoro, sarebbero indicativi di un’attività di sottofondo nel gas interstellare, più intensa di quanto ritenuto comunemente. Tali dinamiche potrebbero rivelarsi utili per tracciare la distribuzione spaziale del plasma, quando non viene ‘sconvolto’ dalle intemperanze del Sole.

La scoperta di Voyager 1, secondo gli autori dell’articolo, può essere di grande rilievo per migliorare la comprensione dei meccanismi che governano le interazioni tra il mezzo interstellare e il vento solare e per approfondire i processi che hanno plasmato e modificato l’eliosfera.

Voyager 1, che oltre 40 anni fa ha fatto visita a Giove (marzo 1979) e a Saturno (novembre 1980), porta con sé una sorta di ‘capsula del tempo’, il Golden Record: si tratta di un disco placcato in oro (foto in basso), contenente immagini e suoni della Terra, collocato anche a bordo della sonda gemella Voyager 2. I contenuti del disco (immagini, suoni naturali, musica e messaggi augurali) furono selezionati da un apposito comitato presieduto da Carl Sagan, celebre scienziato e divulgatore della Cornell University.