Plato ha testato il suo strumento chiave: un modello strutturale della fotocamera che gli permetterà di dare la caccia agli esopianeti. La fotocamera, alta 80 centimetri, ha trascorso gli ultimi 17 giorni all’interno di una camera a vuoto termico presso il centro ESA ESTEC che riproduce le condizioni estreme in cui la sonda si troverà a d operare. Plato si posizionerà sul punto L2 di Lagrange e avrà a disposizione 26 telecamere che puntano verso le stesse stelle target. Le camere secondarie acquisiranno immagini ogni 25 secondi – quelle centrali ogni 2,5 secondi – per almeno due anni e rileveranno i piccoli cambiamenti di luminosità causati dagli esopianeti che transitano davanti alle stelle madri. La telecamera è stata posizionata nel simulatore a una temperatura di meno 80 gradi.

Lo strumento ha risposto bene e per raggiungere l’alta precisione ottica richiesta, i tecnici hanno regolato la lunghezza focale della camera attraverso leggerissimi sbalzi di temperatura che ne provocheranno l’espansione o il restringimento. Dopo il successo di questa prova non resta che attendere il test ottico del modello ingegneristico della camera, che si terrà nei prossimi mesi. Plato con i suoi telescopi disegnati dal dall’INAF e il supporto scientifico di Asi, sarà lanciato nel 2026 e il suo obiettivo è fare il censimento dei pianeti di massa simile alla Terra, misurandone la dimensione, la massa e l’età con precisione mai raggiunta prima. Plato permetterà di vedere per la prima volta i sistemi solari simili al nostro, di capire quanto questi siano frequenti e di comprendere quanto frequentemente si realizzano nel cosmo le condizioni per lo sviluppo della vita.