Gli astronauti che popoleranno le future basi sulla Luna avranno bisogno di risorse a portata di mano, dato che i costi per l’invio di materiale sul nostro satellite non sarebbero sostenibili per lungo tempo. In questo caso l’estrazione delle risorse in situ può essere la soluzione e verrebbe utilizzata per un’ampia varietà di materiali, dal ghiaccio a elementi necessari alla costruzione di strutture. Ma non solo. Questo procedimento potrebbe anche trasformare la gestione dei satelliti in orbita, rifornendoli di propellente ottenuto nello spazio.
Ma le vere e proprie miniere spaziali sono gli asteroidi, ricchi di nichel, ferro ed elementi preziosi per la costruzione di componenti per la tecnologia di uso comune. Tuttavia, dovremo attendere ancora diverso tempo per poter usufruire di queste risorse. La robotica dovrà migliorare e i sistemi dovranno diventare completamente automatizzati prima di tentare una simile impresa. Ci sono anche diverse considerazioni di tipo ambientale da tenere in conto.
Di certo lo space mining può aiutare a ridurre la quantità di risorse estratte dal nostro pianeta, ma – allo stesso tempo – contribuisce all’aumento dell’inquinamento sulla Terra per via dei numerosi e frequenti lanci che saranno necessari. Sebbene il settore sia appena nato alcune aziende si stanno già dando da fare per conquistare una fetta di mercato. Come la Canadian Space Mining Corporation che sta sviluppando le infrastrutture necessarie per supportare la vita nello spazio, inclusi i generatori di ossigeno e altri elementi, mentre la società americana OffWorld sta sviluppando robot industriali da impiegare per operazioni su Terra, Luna, asteroidi e Marte.