I cambiamenti climatici hanno importanti conseguenze per le condizioni del nostro pianeta arrivando anche a incidere sulla vita degli animali selvatici, scandita dal susseguirsi delle stagioni. I segnali stagionali come il cambio delle temperature dicono agli animali quando migrare, quando accoppiarsi e quando cercare cibo. Secondo un recente studio, pubblicato Sciencefinanziato dall’Arctic -boreal vulnerability experiment (Above) della Nasa e realizzato grazie ai dati raccolti dall’Agenzia statunitense, i modelli di movimento degli animali artici stanno cambiando in modi diversi a causa dei cambiamenti climatici. E questo potrebbe avere impatti sconosciuti su interi ecosistemi.

I ricercatori hanno analizzato i dati dell’Archtic animal movement archive (Aama), una raccolta di dati provenienti da oltre 200 studi di ricerca che hanno monitorato quasi un centinaio di specie dal 1991 ad oggi. Queste informazioni sono state combinate con i dati climatici raccolti dalla Nasa su temperatura, precipitazioni e nevicate, oltre a una serie di dati topografici. Il team si è concentrato su tre esempi: uno studio a lungo termine sulle migrazioni dell’aquila, uno studio massiccio sulle popolazioni di caribù e uno studio multi-specie incentrato su predatori e prede.

L’analisi dei tre scenari ha evidenziato importanti cambiamenti nei comportamenti di movimento delle diverse specie, ma non è ancora possibile stabile se questi cambiamenti avranno un impatto benefico o se invece danneggeranno gli ecosistemi. Per riuscire a determinare gli impatti a lungo termine occorrerà continuare a monitorare la situazione.

Questa animazione mostra i modelli di movimento per vari animali (i colori indicano diversi tipi di animali) nel corso di un anno. La migrazione degli animali nell’Artico è altamente stagionale, poiché varie specie e popolazioni si spostano in cerca di cibo, temperature adeguate e luoghi in cui accoppiarsi e crescere i loro piccoli. Crediti: Roland Kays / North Carolina State Museum of Natural Sciences / Davidson et al.

 

Immagine in evidenza: I ricercatori rilasciano diverse aquile dopo averle registrate per tracciare i loro spostamenti. Bryan Bedrosian / Teton Raptor Center