La conquista umana di Marte un giorno sarà realtà e quel giorno la presenza umana sulla superficie marziana dovrà prevedere lo sfruttamento delle sue risorse. La distanza è troppo grande, tra il terzo e il quarto pianeta del sistema solare, perché una colonia marziana possa dipendere dalle risorse provenienti dalla Terra. Per renderlo possibile gli scienziati dell’Università della Georgia si sono impegnati a studiare a fondo il terreno marziano cercando di capire come utilizzare al meglio le risorse presenti sulla superficie del pianeta.

Nel nuovo studio, pubblicato su Icarus, i ricercatori hanno sviluppato delle miscele di terreno artificiale che imitano quello marziano e hanno valutato queste miscele per determinare la probabile fertilità del suolo del pianeta rosso. Quando gli astronauti si ritroveranno su Marte, dovranno infatti utilizzare le risorse disponibili, è quindi importante capire dove trovare un terreno sulla superficie marziana che possa sostenere la crescita della vita, che non sia troppo secco e che contenga i minerali adatti. 

La superficie di Marte, nonostante l’atmosfera sottile, il freddo estremo e il basso contenuto di ossigeno, è nota per contenere la maggior parte dei nutrienti essenziali per la vita delle piante, tra cui azoto, fosforo e potassio, ma la loro presenza non garantisce che siano accessibili. Inoltre, potrebbero non essere presenti in quantità sufficienti o potrebbero addirittura essercene in quantità tale da diventare tossici per le piante. 

I nutrienti, la salinità e il ph sono gli elementi che rendono un terreno fertile, è importante capire se è possibile trovare queste condizioni su Marte e, in alternativa, cercare delle soluzioni. Le simulazioni hanno mostrato che i terreni molto aridi formano una dura crosta superficiale, situazione che potrebbe trovarsi anche su Marte, rendendo il loro utilizzo più difficile. Il team ha sfruttato alcuni metodi utilizzati sulla Terra per cercare di superare le difficoltà incontrate, come il risciacquo del terreno e l’aggiunta di batteri o funghi al suolo, «è noto che tipi specifici di batteri e funghi sono benefici per le piante e potrebbero essere in grado di sostenere la loro vita in condizioni di stress come quelle presenti su Marte», ha commentato Laura Fackrell, dottoranda in geologia dell’Università della Georgia e principale autrice dello studio.

Lo studio dello sfruttamento delle risorse che i futuri coloni umani troveranno in loco è  un passo fondamentale per garantire una presenza umana continua e sostenibile su un altro corpo celeste, che sia la Luna o Marte.