Tempo di esami per Nasa e SpaceX. Al centro delle valutazioni c’è la capsula Crew Dragon, che si prepara a ospitare la prima missione operativa Crew-1 verso la Stazione spaziale internazionale, in programma il 31 ottobre. L’agenzia statunitense e l’azienda di Elon Musk hanno dunque un mese esatto di tempo per finire di controllare ogni centimetro della navicella, prima del liftoff che affermerà definitivamente l’indipendenza degli Stati Uniti dalla Russia in materia di volo umano.
Un obiettivo dimostrato possibile dal successo della missione Demo-2, primo test con equipaggio della Crew Dragon, che quest’estate ha portato per due mesi a bordo della Iss gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken. Inaugurando così l’era dello spazio privato.
In vista della partenza di Crew-1, le lessons learned dalla missione Demo-2 si stanno rivelando preziose. Se nel complesso si può considerare la navicella promossa a pieni voti per quanto riguarda decollo e attracco, qualcosa si può ancora migliorare rispetto alla resistenza di Crew Dragon durante il viaggio e l’ammaraggio.
Un primo problema riscontrato da Nasa e SpaceX riguarda lo scudo termico della navicella spaziale. «Abbiamo trovato un po’ più di erosione di quanto avremmo voluto vedere – spiega Hans Koenigsmann, ingegnere aerospaziale e vicepresidente per la costruzione e l’affidabilità del volo di SpaceX. Dalle analisi condotte è emerso che il danneggiamento sembra dovuto ai cosiddetti “legami di tensione” che collegano la navicella al grande tronco cilindrico. Questo elemento serve a stabilizzare la navicella durante il viaggio, ma viene gettato via appena prima del rientro.
Il danno non ha messo in pericolo l’equipaggio, e secondo Koenigsmann «è relativamente facile da riparare». SpaceX ha sostituito il materiale delle fascette di tensione dello scudo termico. La nuova configurazione dello scudo termico è stata poi testata con successo la settimana scorsa all’Ames Research Center della Nasa.
Un secondo problema, potenzialmente più delicato, è stato il dispiegamento del paracadute durante lo splashdown, avvenuto il 2 agosto nel Golfo del Messico. L’operazione si è svolta in quella che Koenigsmann definisce la «finestra ammissibile» per il rientro, ma è avvenuta comunque un po’ più tardi di quanto previsto. Per questo SpaceX ha sostituito lo strumento che utilizza la pressione barometrica per determinare l’altezza.
Mancano ancora i risultati degli ultimi test, ma le modifiche allo scudo termico e al paracadute erano i punti cruciali per ottenere il via libera al lancio dall’agenzia spaziale statunitense. «Il grosso della certificazione – commenta infatti Kathy Lueders, amministratore associato della Nasa per il volo umano – sta in questi due aggiornamenti. Stiamo ultimando gli ultimi documenti necessari per chiudere i nostri piani di certificazione».
Una valutazione complessiva finale avverrà una settimana prima del lancio, dopo di che la navicella sarà pronta a partire di nuovo. A bordo della Crew Dragon ci saranno Michael Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker della Nasa e Soichi Noguchi della Jaxa, in quella che sarà la prima delle sei missioni operative previste dall’accordo tra Nasa e SpaceX. Crew-1 sarà quindi a tutti gli effetti la prima missione di lunga durata sulla Iss – l’equipaggio resterà sulla Iss per 7 mesi – operata da un’azienda privata.