Un’immagine corale per varie generazioni di stelle: è quanto ha realizzato il telescopio Hubble, immortalando Ngc 1805, un giovane ammasso globulare scoperto nel 1826 dall’astronomo scozzese James Dunlop. I cluster globulari sono insiemi sferoidali costituiti da milioni di astri, legati tra loro dalla forza di gravità e in orbita intorno ad un centro galattico. Generalmente, le loro stelle sono nate nello stesso periodo.
Ngc 1805 si trova a 163mila anni luce dalla Terra, vicino ai confini della Grande Nube di Magellano, ed è visibile verso la costellazione meridionale del Dorado. Gli astri di questo ammasso orbitano molto vicini tra loro, al punto da ricordare uno sciame di api; l’immagine è stata realizzata dal telescopio Nasa-Esa con la fotocamera Wfc3 (Wide Field Camera 3) in diverse lunghezze d’onda.
Hubble ha combinato vari tipi di luce, mettendo così in evidenza le differenze nei colori delle stelle: quelle blu risplendono nel vicino ultravioletto, mentre quelle rosse scintillano nel vicino infrarosso. I telescopi spaziali come Hubble possono effettuare osservazioni nell’ultravioletto perché si trovano in una posizione favorevole, al di sopra dell’atmosfera terrestre che assorbe la maggior parte della luce ultravioletta, rendendo questa lunghezza d’onda inaccessibile agli strumenti di osservazione basati a terra.
Gli astronomi hanno riscontrato una particolarità in Ngc 1805: a differenza di quanto accade di solito nei cluster globulari, esso sembra ospitare due popolazioni di stelle nate in diversi periodi, addirittura separate da milioni di anni. Ammassi di questo tipo, secondo gli studiosi, sono molto utili per analizzare le fasi di vita degli astri e indagare i processi che ne determinano l’esito finale, vale a dire l’esplosione come supernove oppure l’evoluzione in nane bianche.