Gli esopianeti rocciosi che si formano all’inizio della vita di una galassia sembrano avere maggiori probabilità di sviluppare un campo magnetico e una tettonica a zolle rispetto ai pianeti formatisi in seguito. E considerato che entrambe queste condizioni sono ritenute favorevoli allo sviluppo della vita, sarà quindi più probabile che un pianeta che si è formato all’inizio della vita di una galassia possa, prima o poi, ospitare la vita, rispetto a uno di recente formazione. E’ quanto emerge da un nuovo studio guidato da Craig O’Neill, direttore del Macquarie planetary research centre, presso la Macquarie university e presentato alla Goldschmidt conference, la principale conferenza annuale geochimica del mondo, organizzata dalla Geochemical society e dalla European association of geochemistry, programmata inizialmente alla Hawai, che si sta svolgendo in questi giorni online.
Le distanze alle quali si trovano gli esopianeti in esame purtroppo non aiutano nella ricerca, ma è possibile comprendere alcune informazioni come la loro posizione, la loro temperatura, e ipotizzare qualche idea sulla loro composizione geochimica. Il gruppo di O’Neill ha realizzato delle simulazioni sullo sviluppo interno dei pianeti, coinvolgendo i centinaia i processori dell’Australian computing infrastructure e seguendo il codice geodinamico Aspect*. I ricercatori hanno dimostrato che molti dei pianeti formatisi agli inizi della vita della propria galassia, possano aver avuto la tendenza a sviluppare la tettonica a zolle.
«La tettonica a zolle agisce come una sorta di termostato per la Terra, creando le condizioni che consentono alla vita di evolversi. La Terra ha molto ferro nel suo nucleo, e avevamo ipotizzato che ciò sia necessario per lo sviluppo tettonico. Abbiamo scoperto che anche i pianeti con poco ferro possono sviluppare la tettonica a zolle nei giusti tempi. Questo è stata una scoperta del tutto inaspettata», ha commentato O’Neill.
Lo sviluppo della tettonica a zolle agisce da regolatore della temperatura non solo per la superficie ma anche per il nucleo. Nei pianeti che non hanno sviluppato la tettonica a zolle il nucleo rimane caldo inibendo lo sviluppo del campo magnetico, senza questo il pianeta non ha protezioni dalle radiazioni solari e tenderà a perdere la sua atmosfera rendendo difficile supportare la nascita della vita.
L’equilibrio chimico della nostra Galassia è cambiato nel tempo, il materiale interstellare disponibile per la formazione dei pianeti oggi è diverso da quello che c’era all’inizio. «Quindi i pianeti che si sono formati prima lo hanno fatto in condizioni favorevoli per consentire lo sviluppo della vita», ha detto Craig O’Neill e conclude «Queste condizioni stanno diventando sempre più rare nella nostra galassia».
Il 5 giugno la Nasa ha confermato il rilevamento di 4158 esopianeti nella Via Lattea.
Immagine in apertura: Galassia M51, X-ray: NASA/CXC/SAO; Optical: Detlef Hartmann; Infrared: Courtesy NASA/JPL-Caltech