Ha solo pochi milioni di anni e al momento deterrebbe il record di più giovane nella sua categoria, caratteristica che lo rende particolarmente interessante per la comunità scientifica: il fanciullo in questione è Hip 67522 b, un gioviano caldo scoperto dal satellite Tess della Nasa. Il pianeta, che si trova a circa 490 anni luce di distanza dalla Terra, è al centro di un nuovo studio di The Astronomical Journal (articolo: “Tess Hunt for Young and Maturing Exoplanets (Thyme). II. A 17 Myr Old Transiting Hot Jupiter in the Sco-Cen Association”); la ricerca è stata condotta da un gruppo internazionale di esperti, coordinato dal Dipartimento di Astronomia dell’Università del Texas-Austin.
I giovani caldi (Hot Jupiter) sono una classe di esopianeti gassosi dalle dimensioni simili a quelle di Giove e sono caratterizzati da orbite pericolosamente vicine alle loro stelle ospiti, tanto che alcuni di essi completano il giro in termini di ore. Corpi celesti di questo tipo, soprattutto per i filoni di ricerca sulle loro origini, sono ritenuti un ottimo terreno di studio per saperne di più anche sul passato dei pianeti del Sistema Solare. Hip 67522 b orbita in sette giorni intorno ad un astro che ha circa 17 milioni di anni e, secondo gli autori del saggio, dovrebbe avere sulle spalle pochi milioni di anni; si tratterebbe, quindi, di un unicum perché gli Hot Jupiter scoperti sinora hanno un’età che si aggira sul miliardo di anni e anche oltre. Il gioviano è stato identificato come ‘pianeta candidato’ da Tess, che lo ha scovato con il metodo del transito; lo status di pianeta è stato confermato successivamente, grazie ad un confronto con i dati della missione Spitzer della Nasa, recentemente conclusa.
La scoperta di un Hot Jupiter così giovane è ritenuta di grande rilievo perché apre nuovi spiragli sui processi di formazione di questi corpi celesti: le loro origini sono tuttora molto dibattute, così come la loro collocazione così vicina agli astri di riferimento. Esistono infatti varie teorie sulla genesi di tali pianeti. Secondo la prima, questi giganti gassosi si sarebbero formati nel luogo in cui si trovano, mentre la seconda sostiene che essi, nati in un’altra regione, sarebbero migrati verso le loro stelle in un momento successivo. La terza ipotesi afferma che i gioviani caldi sarebbero stati attirati verso gli astri a causa dell’influenza gravitazionale di altri pianeti presenti negli stessi sistemi.
Gli autori dell’articolo ritengono poco probabile la prima proposta, dato che l’ambiente intorno alle stelle – specie quelle più giovani – è particolarmente estremo. Nel caso della seconda ipotesi, sarebbe necessario risalire alle cause e al periodo delle migrazioni; una spiegazione plausibile potrebbe essere connessa all’interazione gravitazionale tra il disco protoplanetario e il gioviano, che avrebbe cominciato il suo viaggio verso la stella quando il suo sistema planetario era ancora in fieri. La terza teoria non sembra applicabile a Hip 67522 b, dato che esso è già così vicino all’astro pur essendo molto giovane. Secondo gli autori, lo studio delinea quindi uno scenario interessante sulle origini degli Hot Jupiter; tuttavia, vi ancora molti punti oscuri che richiedono ulteriori approfondimenti, soprattutto per capire se possa esistere un processo di formazione predominante.