I buchi neri supermassicci prosperano sotto pressione. Lo afferma uno studio condotto dall’Università di Yale pubblicato sull’ultimo numero di Astrophysical Journal Letters. Diverse caratteristiche dei buchi neri sono note da tempo agli scienziati e tra queste c’è quella che vede le galassie distanti e i buchi neri supermassicci situati al loro interno aggregarsi in ammassi che vanno a creare un ambiente volatile e altamente pressurizzato.

L’immensa pressione non consente la formazione di nuove stelle in queste galassie mentre il buco nero può fare un abbondante pasto grazie alle nubi di gas che vengono prodotte. Secondo gli scienziati questo rapido banchetto potrebbe essere responsabile della mancanza di stelle nelle vicinanze proprio perché i deflussi di gas spinti dai buchi neri potrebbero bloccarne la formazione.

«Sappiamo che le ‘abitudini alimentari’ dei buchi neri supermassicci e la formazione di stelle nella galassia ospite sono strettamente correlate –  ha affermato Priyamvada Natarajan autore dello studio – comprendere esattamente come funzionano in diversi ambienti su larga scala è stata una sfida e il nostro studio ha rivelato questa complessa interazione».

Lo studio aggiunge un tassello importante alle conoscenze sulla formazione e sull’evoluzione dei buchi neri supermassicci e sulle loro interazioni con le galassie ospiti grazie ad una particolare simulazione denominata Romulus C.

Romulus C ha permesso di analizzare il comportamento del buco nero nella simulazione del cluster galattico e il team di Yale ha notato un picco di attività nella galassia nel momento in cui essa ha cessato di produrre stelle. Questo picco indica il momento del pasto a base di gas interstellare del buco nero sotto pressione.

«La simulazione – conclude Michael Tremmel co autore del paper – ha fornito una panoramica dettagliata sui buchi neri super massicci e ci ha dato l’occasione unica di seguire la loro crescita».