Non è ancora il momento di dire addio alla teoria della relatività generale di Albert Einstein; una nuova, decisiva, conferma arriva da una ricerca pubblicata su Nature. L’ultima dimostrazione della teoria della relatività si trova a 4.200 anni luce da qui, nelle dinamiche di un singolare terzetto di stelle. Un sistema stellare quasi impossibile da trovare, composto da due nane bianche e una pulsar di neutroni, che è stato trasformato in un banco di prova dagli astronomi dell’Università di British Columbiadell’Università di Amsterdam e di ASTRON, Istituto olandese di Radioastronomia.

Uno dei capisaldi della teoria di Einstein è il principio in base al quale due corpi all’interno di un campo gravitazionale devono cadere alla stessa velocità, indipendentemente dalla loro densità. La ricerca pubblicata su Nature conferma la validità del principio anche nella complessa interazione gravitazionale tra i tre corpi celesti. ‎”Questa ricerca dimostra come una attenta osservazione delle stelle lontane possa darci una prova di alta precisione di una delle teorie fondamentali della fisica,” ha dichiarato Ingrid Stairs, del Dipartimento di fisica e astronomia presso l’Università di British Columbia e co-autrice dello studio.‎

“PSR J0337 + 1715”, questo il nome del sistema di tre stelle super dense, è una rarità: Le due nane bianche sono stelle molto dense, grandi come la Terra ma con massa simile a quella del Sole, mentre la pulsar è una stella di neutroni più piccola e densa delle sue due compagne ed emette intensi fasci di onde radio ruotando centinaia di volte al secondo. La pulsar, grazie agli impulsi inviati, è costantemente monitorabile con estrema precisione e il team di ricercatori l’ha seguita per sei anni con il radiotelescopio Westerbork nei Paesi Bassi, il telescopio di Green Bank in West Virginia e l’Osservatorio di Arecibo a Puerto Rico. Mentre la stella di neutroni con la prima nana bianca orbita in 1,6 giorni, la seconda nana bianca orbita intorno alla coppia in 327 giorni. Nello studio, gli scienziati hanno verificato se la pulsar e la nana bianca interna sono state colpite, nel corso delle varie orbite, in modo diverso dalla gravità della nana bianca esterna, ma non hanno riscontrato differenze rilevabili.  ‎”Ogni volta che abbiamo testato la teoria della relatività di Einstein finora, i risultati sono stati coerenti“, ha detto Stairs “ma continuiamo le ricerche sulla relatività per arrivare a capire come descrivere la gravità e la meccanica quantistica con lo stesso linguaggio matematico”.‎