Avviato nel 2018 Hortspace si proponeva di caratterizzare le migliori condizioni di coltivazione per una varietà di piante selezionate sulla base delle loro capacità di adattamento a condizioni ambientali estreme. Capacità essenziali in vista di future missioni di esplorazione umana dello spazio e con importanti ricadute a terra in settori quali la sostenibilità ambientale e le tecniche di agricoltura.

Nei due anni di attività lo studio ha prodotto numerosi risultati, concentrandosi su due possibili “ideotipi” o piante ideali con caratteristiche che le rendono adatte a far fronte a specifiche esigenze agro-tecnologiche: le microverdure e una varietà nana di pomodoro, il MicroTom, “biofortificata” attraverso l’espressione di molecole bioattive (antocianine).

Durante la missione marziana simulata Amadee-18, quattro differenti specie di microverdure sono state coltivate nel prototipo di “orto marziano” Hortextreme, in un sistema gonfiabile allestito nel deserto dell’Oman. I parametri di crescita delle piantine sono stati monitorati nel corso della sperimentazione e al termine del ciclo produttivo gli “astronauti” hanno potuto consumarle, integrando la propria dieta con cibo fresco e ricco di fitonutrienti ad azione protettiva.

Parallelamente, il MicroTom è stato esposto a stress fisici, quali le radiazioni e i campi magnetici statici, in grado di simulare le condizioni ambientali spaziali, per poi misurarne gli effetti. La successiva valutazione dei parametri di crescita non ha evidenziato severe alterazioni nelle piantine, che hanno mantenuto la capacità di completare il proprio ciclo produttivo, dimostrandone il potenziale impiego per future coltivazioni spaziali.

I risultati dello studio sono consultabili sul sito web: https://www.hortspace.enea.it/

La chiusura del progetto è solo formale: numerose le attività ancora in corso e cruciali le sfide che dovranno essere affrontate nel nostro percorso verso la realizzazione di missione di esplorazione umana sul pianeta Marte.