Porta il nome di un volatile noto per la piacevolezza del suo canto e nell’estate del prossimo anno sarà lo scenario dove Osiris-Rex – la prima missione Nasa ideata per riportare a terra dei frammenti di asteroide – giungerà al suo momento clou: si tratta di Nightingale (Usignolo, foto in alto), il sito primario di Bennu da cui la sonda preleverà dei campioni. Secondo la tabella di marcia stilata dai tecnici della missione, la raccolta sarà effettuata ad agosto 2020, mentre la partenza dall’asteroide è schedulata per il 2021 e il ritorno sulla Terra per il mese di settembre del 2023. Per sicurezza, il team di Osiris-Rex ha scelto un sito di riserva, anch’esso designato con il nome di un volatile (Osprey, falco pescatore).
La selezione è giunta al termine di un lungo processo esplorativo: gli studiosi hanno scandagliato per un anno la superficie accidentata di Bennu prima di individuare una ‘rosa’ di quattro siti, da cui poi è stato scelto Nightingale. Secondo i tecnici, l’Usignolo rappresenta il luogo migliore per effettuare il delicato compito di raccolta: l’area si trova in un cratere situato nell’emisfero settentrionale dell’asteroide, dove il materiale presente è di grana particolarmente fine e quindi più facile da raccogliere per la sonda. Il cratere in questione è ampio 140 metri, relativamente privo di asperità e probabilmente di recente formazione; le temperature basse della zona, inoltre, dovrebbero aver preservato adeguatamente il materiale di superficie.
Il cratere è più largo di quanto previsto nei piani di missione che ipotizzavano un sito con un’ampiezza minima di 50 metri; tuttavia, l’area dove il prelievo potrà essere effettuato con sicurezza ha un diametro di soli 16 metri e quindi le manovre di Osiris-Rex dovranno essere eseguite con la massima cura. La sonda, comunque, è stata progettata per svolgere più di un tentativo di raccolta. Nel caso in cui la procedura non dovesse avere un esito positivo, la sonda cercherà di effettuare il prelievo da Osprey; questo sito presenta materiale ricco di carbonio e un’area scura che dovrebbe contenere particelle molto fini anche se non è esente da incognite, perché ospita pure frammenti più grandi e quindi difficili da raccogliere.
Il terreno particolarmente accidentato di Bennu ha posto al team della missione numerosi problemi, che hanno richiesto la definizione di specifiche tecniche di navigazione ottica. Prima di arrivare al momento cruciale della raccolta, i tecnici svolgeranno ulteriori attività di ricognizione su Nightingale e Osprey, che inizieranno a gennaio e si protrarranno fino alla primavera del 2020.
La posizione di Nightingale e Osprey su Bennu; Kingfisher è un altro sito, entrato nella ‘rosa’ finale ma non scelto (Crediti: Nasa/Goddard/University of Arizona).