Maven va alla scoperta dei venti marziani. La sonda Nasa, ha documentato per la prima volta i modelli globali di circolazione del vento nell’atmosfera superiore di Marte, da 120 a 300 chilometri sopra la superficie.
Lo studio, pubblicato sull’ultimo numero di Science, è stato condotto da un gruppo di scienziati dell’Università del Maryland guidati da Mehdi Benna che hanno utilizzato lo strumento Ngims (Natural Gas and Ion Mass Spectrometer) uno spettrometro non progettato per raccogliere le misurazioni del vento.
La ricerca, è parte di un esperimento unico: testare le parti fisse dello spettrometro e farle oscillare avanti e indietro come un tergicristallo per raccogliere un nuovo tipo di dati che hanno migliorato la conoscenza dell’atmosfera superiore di Marte della circolazione dei venti marziani e terrestri.
Dopo aver effettuato una serie di analisi preliminari, Benna e i suoi colleghi hanno riprogettato Ngims per misurare i venti di Marte e lo strumento, ha raccolto dati per due giorni al mese, nel biennio 2016-2018.
Nel complesso, si legge nello studio, i modelli di circolazione media, di stagione in stagione, sono apparsi molto stabili : il dato sorprendente è arrivato quando gli scienziati hanno analizzato la variabilità nel breve periodo dei venti nell’atmosfera superiore, che è risultata maggiore del previsto. Nello specifico, su Marte, la circolazione media è costante, ma se si scatta un’istantanea in un dato momento, i venti sono molto variabili.
In seguito, i ricercatori hanno scoperto che il vento che soffia a centinaia di chilometri sopra la superficie del pianeta, conteneva informazioni sulle forme del terreno sottostanti: montagne, canyon e bacini. «Quando la massa d’aria circola su queste formazioni – commenta Benna – crea onde che raggiungono l’atmosfera superiore a circa 280 chilometri di altezza e possono essere rilevate da Maven e Ngims. Sulla Terra, è possibile osservare lo stesso tipo di onde, ma non ad altitudini così elevate».
Gli studiosi hanno ipotizzato una teoria sulla durata di queste onde denominate ‘ortografiche’. Secondo l’ipotesi più in voga, l’atmosfera di Marte è molto più sottile di quella terrestre e le onde possono viaggiare senza ostacoli, proprio come fanno le increspature sull’acqua. Inoltre, la differenza media tra le montagne e le valli marziane è maggiore rispetto alla stesse sulla Terra: non è raro infatti, trovare montagne che raggiungono i venti chilometri di altezza sul pianeta rosso.
«La topografia di Marte influenza la circolazione dei venti molto più di quanto la stessa non faccia sulla terra- conclude Benna – continuare l’analisi dei dati può aiutare gli scienziati a capire se gli stessi processi di base sono in azione sull’atmosfera superiore della Terra. Ironia della sorte, abbiamo dovuto effettuare queste misurazioni su Marte per capire lo stesso fenomeno sulla Terra e i risultati ci aiuteranno a capire come si sta evolvendo il clima sul pianeta rosso».
Dopo aver lavorato alla ricerca per due anni, il team è ancora nel pieno delle analisi e ha ancora molti altri modelli sui venti da elaborare. Le informazioni che verranno alla luce in futuro, verranno utilizzate per conoscere meglio anche il clima degli altri pianeti nel Sistema Solare.