Un carico targato Italia quello partito ieri, 5 dicembre, a bordo del Crs-19 di SpaceX: si chiama XenoGriss ed è un esperimento con finalità scientifiche ed educative selezionato nell’ambito del Bando dell’Agenzia Spaziale Italiana YiSS – Youth ISS Science 2019, con lo scopo di incoraggiare la collaborazione tra Università e Scuole Secondarie di secondo grado su tematiche inerenti la ricerca spaziale. Il liftoff è avvenuto dalla rampa di lancio di Cape Canaveral per mezzo del razzo Falcon 9, con un giorno di ritardo rispetto alla tabella di marcia.

L’esperimento verrà attivato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale da Luca Parmitano il 9 dicembre, con l’obiettivo di studiare la crescita e rigenerazione dei tessuti utilizzando come modello sperimentale girini di Xenopus laevis. Sarà oggetto di studio anche l’alimentazione dei girini in microgravità.

Il team del progetto è guidato dalla PI Angela Maria Rizzo, del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano, dopo oltre un anno di intenso lavoro e numerosi giorni di preparazione e verifiche tecniche nei laboratori della Nasa per integrare il payload.

Oltre agli ambiziosi obiettivi scientifici, l’esperimento ha un’importante finalità educativa: un gruppo di studenti dell’I.T.I.S. Meucci di Firenze, hanno contribuito alla realizzazione di una parte dell’hardware, con la supervisione di Kayser Italia, hanno visitato i laboratori Nasa e assistito al lancio, comprendendo appieno le difficoltà che comporta portare in orbita un esperimento di biologia spaziale.

«L’evento del lancio è stato il coronamento di un anno di lavoro molto impegnativo, a cui gli studenti si sono dedicati con grande passione ed entusiasmo. Con la partecipazione al progetto XenoGriss gli studenti hanno acquisito un bagaglio di esperienze e competenze eccezionalmente importante», commenta Stefano Cartocci, leader del team scolastico.

XenoGriss tornerà a Terra il prossimo mese e il lavoro del team continuerà per altri sei mesi, con l’analisi dei campioni, al fine di comprendere il ruolo svolto dalla forza di gravità nei processi di crescita e rigenerazione. L’esperimento fornirà dati rilevanti che potrebbero essere utili sia nella prospettiva di future missioni spaziali interplanetarie, sia nell’approfondimento di problemi di tipo biomedico sulla Terra.