Il traffico spaziale, si sa, è in continuo aumento. Sono quasi 9.000 i satelliti ad oggi lanciati in orbita terrestre, tra cui circa 5.000 si trovano ancora nello spazio. Questi numeri, destinati a crescere, pongono un nuovo problema alle agenzie spaziali: regolamentare le operazioni satellitari per evitare incidenti.

Lo dimostra l’Esa, che ha compiuto ieri una manovra di emergenza per prevenire una possibile collisione tra Aeolus, uno dei suoi satelliti per l’osservazione della Terra, e un satellite della flotta Starlink di SpaceX. L’agenzia europea ha reso note le operazioni attraverso una serie di tweet, l’ultimo dei quali ne annunciava il successo: «Per la prima volta in assoluto, l’Esa ha eseguito una manovra per proteggere uno dei suoi satelliti dallo scontro contro con un altro satellite di una mega costellazione».

Diffusa anche una grafica (immagine a sinistra) delle traiettorie dei due satelliti, e del potenziale punto di scontro se l’intervento non fosse andato a buon fine. SpaceX non ha rilasciato commenti sull’accaduto.

Il satellite in questione, identificato come Starlink 44, si trovava a un’orbita molto più bassa rispetto agli altri satelliti della costellazione – al momento 60 in tutto, lanciati dall’azienda di Elon Musk lo scorso maggio. In base al database dell’Air Force statunitense, l’orbita del satellite oscillava in particolare tra 311 e 345 chilometri. Aeolus, lanciato nel 2018, si trovava invece in un’orbita compresa tra 308 e 314 chilometri.

Secondo i calcoli della squadra “Detriti Spaziali” dell’Esa, questa prossimità era sufficiente per far scattare l’allarme collisione. È stata così attivata una manovra manuale di assestamento della traiettoria di Aeolus, che ha aumentato la sua orbita in modo da passare al di sopra del satellite di SpaceX.

Eppure, commenta l’agenzia in un altro tweet, un approccio manuale come quello di ieri non sarà più fattibile quando verranno rilasciati altri satelliti di mega costellazioni come Starlink. Lo stesso progetto Starlink di Elon Musk conta di portare in orbita ben 12.000 satelliti, con l’obiettivo di garantire la copertura internet a banda larga su scala planetaria. È chiaro che con questi numeri serviranno nuove misure di sicurezza: una possibilità, afferma l’agenzia europea, potrebbe essere quella di affidarsi all’intelligenza artificiale per valutare i rischi di collisione in futuro.