Dopo l’allunaggio sul lato oscuro della Luna, la sonda cinese Chang’e 4 indaga sulla vita segreta del satellite. Per scoprire le tracce dell’evoluzione della geologia selenica, la prima missione approdata sulla dark side ha raccolto nuove prove nel Polo Sud lunare, dando vita a una ricerca pubblicata il 16 maggio su Nature‎‎. “Comprendere la composizione del mantello lunare è fondamentale per sapere se è mai esistito un oceano di magma, come postulato in precedenza” ha affermato l’autore dello studio LI Chunlai, professore del Naoc, l’Osservatorio astronomico nazionale della Cina.

Secondo la teoria prevalente maturata negli anni ’70, la superficie lunare primordiale sarebbe stata coperta da un oceano di magma. Con il raffreddamento, sarebbero trapelati in superficie i minerali più leggeri, lasciando sul fondo quelli più pesanti. Le eruzioni di mari di basalti in superficie avrebbero evidenziato la prevalenza nel mantello di minerali densi come l’olivina e il pirossene. Adesso, la teoria si scontra con i saggi di Chang’e, visto che i dati della spettrometria sui campioni rilevati non la convalidano. E’ troppo poca l’olivina prelevata nel bacino Aitken, il cratere di 2500 chilometri più antico e profondo, in cui opera la sonda.

“L’assenza di olivina abbondante rimane un enigma,” dice Li. In ogni caso, il minerale è più presente nei punti più profondi. Secondo Li sarebbe un indizio del fatto che olivina e pirosseno compongono il mantello in parti uguali, senza nessuna predominanza. Per gli studiosi, una maggiore conoscenza della superficie relativamente incontaminata del satellite può aprire una finestra sull’evoluzione della Terra e degli altri pianeti. Una spinta ad esplorarla ancora di più.