Non si era mai visto un buco nero crescere a ritmi così elevati. Ci sono voluti due anni di rilevamenti con l’osservatorio a raggi X, Chandra della Nasa. I suoi dati, messi a confronto con modelli teorici, hanno mostrato che questo buco nero sembra crescere a una velocità che supera di 2,4 volte il limite ordinario per questi oggetti, il cosiddetto Limite di Eddinghton. Un dato che ha sconcertato gli stessi scienziati.

La grande quantità di materia che attraversa l’orizzonte degli eventi, e cioè il confine alla cui gravità non sfugge più nulla, alimenta un quasar, Racs J0320-35, un nucleo galattico estremamente luminoso. Gli astronomi lo avevano già rilevato combinando i dati del radiotelescopio australiano Askap e quelli ottici della Dark Energy Camera, installata sul telescopio Victor Blanco dell’Osservatorio di Cerro Tololo in Cile. Poi, sempre dal Cile, il telescopio Gemini South ne ha misurato la distanza. Il buco nero si trova a 12,8 miliardi di anni luce dalla Terra. Lo stiamo quindi osservando nel momento in cui l’Universo aveva appena 920 milioni di anni. Pesa circa un miliardo di volte la massa del Sole e sta producendo più raggi X di qualsiasi altro buco nero mai rilevato nell’Universo primordiale.

La scoperta fornirà nuovi indizi che aiuteranno a spiegare come l’Universo abbia creato la prima generazione di buchi neri e come alcuni di essi abbiamo potuto raggiungere masse enormi in tempi relativamente brevi.

 

Crediti video: Nasa, NoirLab, Csiro