Lo scorso 12 marzo la sonda Hera ha effettuato un sorvolo di Marte per sfruttare l’attrazione gravitazionale del pianeta. Nel corso del sorvolo la missione dell’Esa per la difesa planetaria ha utilizzato tre dei suoi strumenti e ha realizzato immagini della superficie del pianeta rosso e della sua luna, Deimos. Questa manovra ha ridotto di molti mesi il tempo di viaggio di Hera, permettendo di risparmiare una quantità significativa di carburante.

La luna di Marte, Deimos. Crediti: Esa/Jaxa
Lanciata il 7 ottobre scorso, Hera ha come obiettivo lo studio del sistema binario degli asteroidi Didymos e Dimorphos. La sonda arriverà a destinazione nel 2026 e analizzerà il cratere causato dall’impatto della sonda Nasa Dart su Dimorphos e i cambiamenti orbitali indotti dall’urto. A bordo della sonda Hera sta viaggiando anche il cubesat Milani, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e realizzato dall’azienda torinese Tyvak International con il supporto di università e istituti di ricerca italiani, finlandesi e della Repubblica Ceca. Milani, grande quanto una scatola di scarpe, si focalizzerà sull’analisi della composizione minerale della superficie, contribuendo alla comprensione della natura e dell’origine di questo corpo celeste.
Muovendosi a una velocità di 9 chilometri al secondo rispetto a Marte, Hera è riuscita a riprendere immagini di Deimos da una distanza di soli 1000 chilometri, osservando il lato meno noto della luna, quello opposto al pianeta rosso. Con un diametro di 12,4 chilometri e ricoperto di polvere, Deimos potrebbe essere il residuo di un gigantesco impatto su Marte.
Durante il sorvolo, Hera ha impiegato tre strumenti scientifici per raccogliere dati preziosi su Marte e Deimos. La Asteroid Framing Camera, una fotocamera in bianco e nero è stata utilizzata sia per la navigazione che per l’osservazione scientifica, catturando immagini nella luce visibile. L’imager iperspettrale Hyperscout H ha esplorato una gamma di colori oltre i limiti della vista umana, analizzando la composizione minerale grazie alle sue 25 bande spettrali nel visibile e nel vicino infrarosso. Infine, il Thermal Infrared Imager, fornito dall’Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa), ha operato nel medio infrarosso per mappare la temperatura della superficie, rivelando dettagli cruciali come la rugosità, la distribuzione delle particelle e la porosità del terreno.
Hera ha inoltre effettuato osservazioni congiunte di Deimos con Mars Express, la sonda dell’Esa in orbita attorno a Marte da oltre due decenni. I dati raccolti durante questo incontro ravvicinato saranno fondamentali per la pianificazione della missione Martian Moons eXploration (Mmx), guidata dalla Jaxa in collaborazione con Nasa, Cnes, Dlr ed Esa. Mmx avrà l’obiettivo di effettuare misurazioni dettagliate di entrambe le lune marziane e di atterrare su Phobos per prelevare un campione da riportare sulla Terra per l’analisi.
Mentre Deimos ha dimensioni considerevoli, con un diametro di 12,4 chilometri, Didymos (780 metri) e Dimorphos (151 metri) sono corpi celesti molto più piccoli. A partire da ottobre 2026, la sonda effettuerà una serie di accensioni dei propulsori per affinare ulteriormente la sua rotta. Così facendo sarà in grado di raggiungere il sistema Didymos nel dicembre dello stesso anno.
Foto in apertura: Marte e Deimos osservati dalla sonda Hera. Crediti: Esa
Il viaggio di Hera. Crediti: Esa-Science Office