Due longeve ‘gemelle’ in viaggio verso le profondità del cosmo e, grazie alla lungimiranza dei loro progettisti, ancora operative dopo quasi 40 anni: sono le sonde Voyager 1 e 2 della Nasa, che si apprestano a tagliare l’importante traguardo tra la fine di agosto e i primi di settembre. Voyager 1, lanciata il 5 settembre 1977 da Cape Canaveral, si trova ora ad oltre 20 miliardi di chilometri dalla Terra, mentre Voyager 2, partita il 20 agosto dello stesso anno dalla medesima base, ha da poco superato i 17 miliardi di chilometri di distanza.
Costruite e gestite ambedue dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa, le Voyager fanno parte del programma Hso (Heliophysics System Observatory) e nei loro viaggi senza precedenti hanno raggiunto numerosi record. Nel 2012, infatti, Voyager 1 è diventata il primo manufatto umano ad entrare nello spazio interstellare, mentre la sua gemella è l’unica sonda ad aver effettuato il fly-by dei quattro pianeti del Sistema Solare esterno – Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Numerose sono le osservazioni che si devono a questa coppia instancabile: i vulcani attivi su Io, luna di Giove; le tracce di un oceano sotto la superficie di Europa, anch’essa satellite naturale di Giove; l’atmosfera di Titano, luna di Saturno; la superficie ghiacciata di Miranda, satellite naturale di Urano; e infine i geyser ghiacciati su Tritone, luna di Nettuno. Nello specifico, Voyager 2 è l’unico manufatto umano ad aver ‘visitato’ Urano e Nettuno, la ‘coppia’ di ghiaccio del Sistema Solare; la sonda, infatti, ha sorvolato i due pianeti, rispettivamente, nel 1986 e nel 1989 ed è proprio a questi fly-by che si devono le ben note foto dei due giganti ghiacciati.
Al momento, Voyager 1 prosegue il suo viaggio nel mezzo interstellare puntando verso nord al di fuori del piano dei pianeti, mentre Voyager 2 si muove verso sud e, nel giro di pochi anni, dovrebbe anch’essa entrare nel mezzo interstellare. Le due sonde, che si muovono a 48.280 chilometri orari, continuano ad inviare dati e la loro differente posizione consente già da ora agli studiosi di confrontare due diverse zone dello spazio dove l’eliosfera interagisce con il mezzo interstellare. Le Voyager ricoprono quindi un ruolo di primo piano nella storia dell’esplorazione planetaria e sono ricordate anche per una particolarità, il cosiddetto ‘Golden Record’; tutte e due, infatti, hanno a bordo un disco, che, come una sorta ‘capsula del tempo’, contiene un’antologia di suoni, immagini e messaggi rappresentativi della civiltà della Terra.