Contengono milioni di volte la massa del Sole e hanno formato delle coppie quando le loro galassie di appartenenza sono entrate in collisione e hanno iniziato a fondersi: si tratta di cinque ‘duetti’ di buchi neri, scoperti grazie alla sinergia tra l’osservatorio Chandra della Nasa, il telescopio Wise, anch’esso Nasa, e, da terra, il telescopio Lbt(Large Binocular Telescope). Le cinque coppie sono state oggetto di due studi, condotti da due team internazionali di astronomi. Il primo, coordinato dalla George Mason Universty di Fairfax (Virginia), è illustrato nell’articolo “Buried Agns in Advanced Mergers: Mid-infrared color selection as a dual Agn finder”, di prossima pubblicazione su The Astrophysical Journal e disponibile in pre-print sulla piattaforma arXiv.org. Il secondo, invece, coordinato dalla University of Victoriain Canada, è illustrato nell’articolo “Discovery of a dual active galactic nucleus with ∼8 kpc separation”, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

buchi neri in coppia sono piuttosto difficili da individuare e quelli osservati prima dei due nuovi studi erano stati individuati prevalentemente per caso. Gli autori dei due articoli, invece, hanno condotto una ricerca sistematica, setacciando i dati di telescopi/osservatori in grado di rilevare differenti lunghezze d’onda. I ricercatori hanno usato come punto di partenza i dati del Galaxy Zoo Project e poi sono passati a quelli ottici della mappatura Sdss (Sloan Digital Sky Survey) per identificare le galassie dove era in corso un processo di fusione. Da questi set di dati, con il supporto delle informazioni raccolte da Wise, sono stati successivamente selezionati quegli oggetti celesti che mostravano evidenti segni della presenza di buchi nerisupermassicci in rapida crescita.

La ricerca è stata ulteriormente approfondita incrociando i dati ottenuti con quelli di Chandra che ha permesso di individuare le fonti di raggi X e quindi di scoprire le cinque coppie di buchi neri. Le osservazioni condotte con Chandra e Wise, inoltre, suggeriscono che questi oggetti siano celati da abbondonati polveri e gas. Secondo gli studiosi, in un arco di centinaia di milioni di anni le coppie in questione daranno luogo a buchi neri particolarmente grandi e nel corso di questo processo, quando parte della massa sarà trasformata in onde gravitazionali, saranno sprigionate ingenti quantità di energia. I due team di astronomi ritengono la scoperta di grande rilievo per comprendere al meglio i meccanismi di accrescimento dei buchi neri e come essi possano essere una fonte di onde gravitazionali.