CLUSTER GALATTICO/Due raditelescopi hanno osservato in un cluster galattico nuvole di particelle relativistiche insolitamente brillanti

Fulvia Croci5 ottobre 2017

Un team internazionale di astronomi guidato dall’Università di Leida, ha osservato un fenomeno insolito: la fusione di due gruppi di galassie. Protagonista dell’evento, Abell 1033, un cluster galattico costituito da due gruppi più piccoli in fase di fusione situato nella costellazione del Leone Minore, vicino all’Orsa Maggiore. Le osservazioni del cluster sono state effettuate da due strumenti: il radiotelescopio europeo LOw Frequency ARray (Lofar) e il Giant Meterwave Radio Telescope (Gmrt) in India.

Gli astronomi hanno avuto l’occasione di osservare nubi di particelle relativistiche  – che si muovono a velocità prossime a quelle della luce – con caratteristiche particolari. Le particelel in questione sono state emesse nello spazio più di cento milioni di anni fa e sono ancora piuttosto brillanti, al contrario di quanto visto in precedenza in casi analoghi. La teoria più accreditata spiega che le particelle espulse dai buchi neri supermassicci nelle radiogalassie si estinguono lentamente, mano a mano che l’energia si affievolisce. Lo studio in questione invece, ha dimostrato il contrario osservando che da terra nelle lunghezze radio l’interazione con il mezzo intergalattico può rigenerare queste particelle. «Si tratta di una scoperta inaspettata – ha commentato Francesco De Gasperin, primo autore dello studio – probabilmente una parte dell’energia liberata durante la fusione deve essere stata trasferita, ringiovanendo la nuvola degli elettroni».

I cluster di galassie sono tenuti insieme dalla forza di gravità e rappresentano le strutture più grandi dell’Universo. In alcuni casi possono essere costituiti da centinaia o migliaia di galassie, da materie oscura e da notevoli quantità di gas caldo che emette luce nei raggi X. A causa della forza di gravità, due o più ammassi di galassie possono scontrarsi e dare origine alla fusione, uno dei fenomeni più violenti dell’Universo. Le radiogalassie situate in questi cluster vanno poi a formare alcune strutture dalla forma di code, composte da particelle cariche e dense che vanno a perdere la loro energia nel corso del tempo, fino a spegnersi del tutto.