Una squadra di giovani astri che si affaccia alla vita, affrontando condizioni ambientali profondamente ostili. E’ quanto emerge da recenti osservazioni effettuate con il telescopio Alma (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), che ha colto segnali riconducibili a 11 stelle in formazione nelle vicinanze di Sagittarius A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Le osservazioni sono state effettuate da un team di astronomi coordinato dalla Northwestern University di Evanston (Illinois); lo studio ad esse relativo è stato illustrato nell’articolo “Alma Detection of Bipolar Outflows: Evidence for Low-mass Star Formation within 1 pc of Sgr A*”, pubblicato ieri su The Astrophysical Journal Letters.

I dintorni di un buco nero, dove agiscono forze estreme e le radiazioni di luce ultravioletta e raggi X sono particolarmente intense, sono un ambiente decisamente inospitale per astri che si trovano nella fase di ‘protostelle’, vale a dire lo stadio intermedio tra una densa nube di gas e la giovane stella vera e propria. In queste condizioni così sfavorevoli, le nubi di gas e polveri potrebbero essere squarciatedalle forze esercitate dal buco nero, impedendo il delicato processo che porta alla nascita di nuovi astri. Tuttavia, Alma ha individuato chiare tracce di stelle di piccola massa che stanno sbocciando entro tre anni luce di distanza da Sagittarius A*, segno che le condizioni necessarie per innescare il meccanismo di formazione stellare possono esistere anche in una delle zone più turbolente della nostra galassia. Gli 11 astri nascenti hanno circa 6mila anni e sono stati identificati grazie ai lobi di materiale che conferiscono loro il tipico aspetto di una clessidra.

Gli astronomi ipotizzano che, nonostante l’ambiente avverso, le protostelle possano raggiungere lo stadio successivo, suggerendo anche una possibile ‘collaborazione’ del buco nero. Infatti, i getti emessi da Sagittarius A* potrebbero contribuire alla compressione delle nubi di gas e agevolare la formazione stellare. Il prossimo passo in questa ricerca, che apre nuove prospettive nello studio delle fasi evolutive delle stelle, sarà la verifica dell’esistenza di dischi di gas e polveri in orbita intorno ai giovani astri, materiali da cui potrebbero avere origine nuovi pianeti.