Lo scorso 28 aprile è stato rilevato per la prima volta, dai radiotelescopi Chime e Stare2, un lampo radio veloce proveniente dall’interno della Via Lattea. Il lampo intercettato sembrava provenire da un sorgente a 25 mila anni luce dalla Terra, nella costellazione di Vulpecola, una magnetar nota come SGR 1935 + 2154. Un team di scienziati, guidato dalla Chalmesr university of technology, ha puntato verso la presunta sorgente quattro radiotelescopi, monitorandola per più di quattro settimane.
Durante le osservazioni di follow-up, il 24 maggio 2020, alle 23.19, il telescopio Westerbork nei Paesi Bassi ha colto un segnale inaspettato: due brevi lampi luminosi, ciascuno della durata di un millisecondo, distanziati di 1,4 secondi. Queste registrazioni rappresentano una nuova e forte prova che collega l’origine dei lampi radio veloci alle magnetar; SGR 1935 + 2154 sembrava produrre lampi a intervalli casuali e su un’ampia gamma di luminosità. I risultati della ricerca sono stati presentati su Nature Astronomy.
«I lampi più luminosi di questa magnetar sono almeno dieci milioni di volte più luminosi di quelli più deboli. Ci siamo chiesti se questa cosa poossa valere anche per le sorgenti di Fast radio burst al di fuori della nostra galassia. Se così fosse, le magnetar dell’universo starebbero generando Fast radio burst che potrebbero attraversare il cosmo e molte di queste potrebbero essere alla portata di telescopi di dimensioni modeste», ha commentato Jason Hessels dell’Anton Pannekoek Institute for Astronomy e Astron nei Paesi Bassi.
Gli scienziati hanno presentato molte ipotesi su come i Fast radio burst si generino, l’obiettivo del team sarà quello di continuare a monitorare SGR 1935 + 2154 e altre magnetar nella speranza di riuscire ad avere una comprensione sempre maggiore di questi fenomeni.
Immagine in evidenza: Danielle Futselaar / artsource.nl