Hawaii, 5 maggio, alba: l’ultimo sguardo di Cosmo-SkyMed all’eruzione del vulcano Kilauea va a completare l’immagine interferometrica elaborata per il periodo 19 aprile – 5 maggio e rileva informazioni cruciali per i vulcanologi. Le giornate del cataclisma che si è abbattuto sui fianchi di Kilauea sono tutte concentrate in questa “foto”. L’immagine immortala la porzione del territorio hawaiano dopo lo sciame sismico propagatosi dal 30 aprile a causa del collasso del pavimento del cratere del vulcano, culminato in un terremoto di magnitudo 6.9 e dopo l’eruzione di lava e le esalazioni di ossido di zolfo sull’area di Leilani.
Nell’immagine le fasce di colore indicano lo spostamento della superficie del terreno rispetto al satellite. Le fasce di colore più intenso indicano le superfici che hanno subito un maggiore spostamento. Le serie di uno stesso colore indicano uno spostamento di 1,5 cm rispetto al satellite, in aumento o in diminuzione in termini di scostamento. Le deformazioni del terreno catturate con questo interferogramma rispecchiano la complessità di tre processi associati al fenomeno eruttivo in corso. Le fasce concentriche intorno alla sommità del vulcano indicano la deflazione del terreno avvenuta dopo la fuoriuscita del magma dai bacini sotterranei. L’addensamento delle fasce di colore lungo la East Rift Zone riflette il fenomeno della riduzione del magma nelle camere magmatiche e la migrazione del magma più a est, verso il sito dell’eruzione che non è compreso nella figura. Le numerose fasce di colore che si snodano tra la cima e la costa, evidenziano Il terremoto di magnitudo 6,9 occorso sul fianco sud il 4 maggio.
I dati Cosmo-SkyMed sono stati raccolti e forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana nell’ambito dell’iniziativa internazionale Geohazard supersite and natural laboratories (GSNL), supportata da ASI tramite il CEOS, Committee on Earth observation satellite, e sono stati elaborati dall’United States Geological Survey(USGS) un’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti. Le informazioni fornite da queste rilevazioni sono una fonte preziosa per comprendere l’attuale fenomeno eruttivo e gli sviluppi futuri e comprendono informazioni cruciali per i vulcanologi, utili per mappare le caratteristiche delle faglie di scorrimento e la profondità e quantità del magma presente nel sottosuolo.
L’eruzione del Kīlauea, in lingua polinesiana “nuvola di fumo che sale”, è anche sotto gli “occhi” di ASTER, L’Advanced Spaceborne Thermal Emission and Reflection Radiometer, a bordo del satellite di telerilevamento “Terra”, della NASA. Il sensore remoto ha immortalato con gli infrarossi termici nuovi hotspot, punti di risalita di roccia fusa, che si sono aperti, in tempo reale, sui fianchi del vulcano e pennacchi di grandi quantità di gas di ossido di zolfo che hanno comportato l’evacuazione dell’area.